Allarme smog, polmoni sempre più a rischio

Preoccupante studio di Greenpeace sullo smog da No2 nelle città italiane

Allarme smog, polmoni sempre più a rischio
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Allarme smog nelle città del Nord Italia: dai monitoraggi dell’aria effettuati dall’associazione ambientalista Greenpeace nei pressi di dieci scuole dell’infanzia e primarie (tra le 7.30 e le 8.30) emergono concentrazioni di biossido di azoto (No2) ampiamente e costantemente al di sopra del valore individuato dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) per la protezione della salute umana, ovvero la soglia di 40 microgrammi per metro cubo d’aria (μg/m³). La concentrazione media oraria più bassa rilevata da Greenpeace all’ingresso delle scuole è stata di 63 μg/m³, la più alta 114 μg/m³. Ma si registrano picchi (in concentrazioni medie su dieci minuti) fino a ben 125 μg/m³. Si tratta di un valore abnorme se si considera che l’Oms già anni fa segnalava come nei bambini gli effetti dannosi del No2 sul sistema respiratorio siano provati anche per concentrazioni inferiori ai 40 μg/m³.

Allarme smog, occhio al traffico

Nelle città del mondo occidentale quasi il 70 per cento del biossido di azoto presente in atmosfera è originato dal traffico. E in particolare dai veicoli con motori diesel. Per di più, restringendo il «focus» sul Nord Italia, la Pianura Padana è da decenni considerata come l’area più inquinata d’Europa. Gli ecologisti hanno chiesto ai sindaci delle città più colpite dal biossido di azoto di prendere presto provvedimenti radicali per abbattere questo inquinante. Sin qui tutte le amministrazioni hanno risposto all’appello dell’associazione, anche se alcuni non hanno indicato una data di incontro per discutere con Greenpeace. I responsabili dell’associazione hanno comunque continuato a sollecitare la politica per un confronto sull’importante tema.

Il problema del biossido di azoto

Come riportato nel report degli ecologisti, il biossido di azoto è classificato tra le sostanze certamente cancerogene, ed è particolarmente nocivo sui bambini. Secondo l’ultimo report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (Eea), a livello europeo l’Italia è il Paese con il più alto numero assoluto di morti premature causate dall’inquinamento, con oltre 17.000 casi l’anno.

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