Truffe online

Coronavirus: finti buoni spesa da 200 euro, la più classica delle fake news

Scende in campo anche la Polizia di Stato per avvertire i cittadini: questi buoni spesa non esistono, sono un'esca per appropriarsi dei vostri dati.

Coronavirus: finti buoni spesa da 200 euro, la più classica delle fake news
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Se con le fake news che si sono diffuse (e ancora se ne diffonderanno) sul Coronavirus si potrebbe aprire una rubrica giornaliera, anche il fiorire di truffe non è da meno. L'ultima, in ordine di tempo, riguarda dei presunti buoni spesa da 200 euro che verrebbero promessi - da non è chiaro quale tipo di ente o istituzione - in cambio della semplice compilazione di un form. Lo scopo? Ottenere con facilità dati sensibili dei cittadini, solitamente protetti dalla privacy, in modo da potersene servire per diversi scopi illegali. Nemmeno a dirlo, la truffa, ha preso piede sui social: canale principale di diffusione è stato proprio WhatsApp.

La più classica delle fake news

Nella sua definizione "canonica", una fake news può partire da un post sui social, ma approda sempre su un sito che cerca di intercettare traffico massivo per vendere pubblicità display (banner) oppure per raccogliere dati personali: lo scopo è commerciale. In realtà questo tipo di fake news ormai non sono più così diffuse, vuoi perché sorpassate da fake news di tipo più "politico" o "ideologico" (pensate per screditare una precisa parte), vuoi perché ormai i sistemi automatici dei big, Google e Facebook, riescono più facilmente a intercettarle.

E infatti il messaggio che vi abbiamo proposto in copertina viaggia su WhatsApp, passando subdolamente da telefonino a telefonino. Ma se ci cliccaste (non fatelo, qualora lo riceveste), finireste a catena in una serie di pagine commerciali che tentano di vendervi di tutto e di più o di veicolarvi le pubblicità più impensabili - quando va bene - oppure che tentano di installare malware per controllare i vostri dispositivi.

Finti buoni spesa da 200 euro

Ci sono comunque diverse varianti in circolazione. Eccone un'altra:

“L’Italia è il paese più colpito in Europa al giorno d’oggi. I cittadini sono bloccati nelle loro case, con un accesso molto restrittivo agli acquisti. Quindi, tutti i rivenditori di generi alimentari in Italia, abbiamo deciso di creare un’avventura comune e aiutare tutta la nostra gente. Offriamo buoni gratuiti a tutti i cittadini in Italia (almeno 18 anni). Tutto quello che devi fare è completare il muggito del quiz”.

Corredato da vari marchi della grande distribuzione, il testo, in un italiano stentato che già dovrebbe far nascere dei sospetti, recita così.

L'ammonimento della Polizia postale

Si millanta inoltre, in molti casi, una presunta collaborazione con i marchi della gdo più noti d'Italia, con i quali - come testimoniano i siti ufficiali stessi dei brand - non vi è nessuna traccia di accordo. Tutto falso. A confermarlo in maniera definitiva la Polizia Postale, e quella di Stato che invitano a segnalare immediatamente i possibili raggiri.

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