Dopo un anno e mezzo

La cooperante milanese Silvia Romano rapita in Kenya è stata liberata

Era stata portata in Somalia da un gruppo islamista. Questa mattina all'alba è scattata l'operazione di salvataggio risolutiva.

La cooperante milanese Silvia Romano rapita in Kenya è stata liberata
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In questo Tweet del premier Giuseppe Conte la conferma: è stata liberata Silvia Romano, la giovane milanese rapita il 20 novembre 2018, all'età di 23 anni, da un commando di uomini armati di Ak47 sulla costa del Kenya, a Chakama, a circa 80 chilometri a ovest di Malindi nella contea di Kilifi, nel sud-est del Paese.

Cooperante di Africa Milele Onlus

Silvia operava per la Onlus Africa Milele. Lilian Sora, la presidente aveva dichiarato a caldo:

“Operiamo in quella zona da oltre cinque anni su diversi progetti – ha spiegato – e siamo una delle poche organizzazioni che utilizza solo personale italiano. Non abbiamo mai avuto problemi di sorta, si tratta di un’area tranquilla, un centro rurale in mezzo alla foresta”.

Milele, il nome in lingua swahili della onlus che ha fondato, significa ‘per sempre’.

Un anno e mezzo d'incertezza

E invece l'imponderabile era accaduto. La polizia locale ha inizialmente sostenuto che Silvia fosse stata rapita da banditi del posto (di cui sono state diffuse le foto e stabilita una taglia di circa 9mila euro ciascuno). Poi un nucleo speciale dei Carabinieri del Ros ha raggiunto il Kenya per aiutare le autorità del posto. Secondo gli sviluppi dell’indagine della Procura di Roma e del Ros, Silvia sarebbe stata portata in Somalia da un gruppo islamista legato a jihadisti di Al-Shabaab. Tutta da verificare invece l'indiscrezione di un quotidiano italiano secondo cui sarebbe stata costretta dai rapitori a una “conversione e al matrimonio islamico”.

Tornerà domani a casa

Silvia Romano farà ritorno in Italia domani, domenica 10 maggio 2020, e potrà riabbracciare papà Enzo e il resto della sua famiglia. I servizi segreti hanno trattato a lungo il rilascio in Somalia, questa mattina all'alba è scattata l'operazione di salvataggio risolutiva. La cooperante era anche stata oggetto di una vergognosa campagna di denigrazione sui social network, dopo il suo rapimento (del tipo: “Se l’è cercata”. “Lasciamola lì, dove è voluta andare”).

Le prime parole della giovane

"Sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l'ora di ritornare in Italia".

Queste le prime parole di Silvia Romano, secondo le agenzie. L'operazione dell'Aise, diretta dal generale Luciano Carta, che portato alla sua liberazione è stata condotta con la collaborazione dei servizi turchi e somali.

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