Lotta al Covid-19

Test sierologici in Veneto, scatta la "caccia" agli anticorpi del Coronavirus

Si è parlato anche di società, di economia da rilanciare e di costi sostenuti dal Veneto per l'acquisto dei macchinari. Via alla terapia a domicilio.

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Gli ultimi aggiornamenti del Governatore Zaia dalla sede della Protezione civile di Marghera.

I dati odierni

Registrato il 55% dei transiti in meno grazie ad uno studio effettuato in collaborazione con le compagnie telefoniche, fatto controllando lo spostamento delle celle. Questo dato suggerisce che sono state ridotte a metà le possibilità di incontro con altri e quindi i rischi di contagio. Ci si trova quindi a 5 giorni di ritardo sulla tabella di marcia prevista e anche se aumentano i ricoverati, ciò avviene in modo meno rapido.
Un appello va fatto ai giovanissimi che soffrono nel rimanere in casa: bisogna rispettare le ordinanze, un giorno potremo dire che “i nipoti hanno salvato i nonni”.

I test sierologici: ecco la novità

Approvata in Unità di Crisi una relazione del professor Giuseppe Lippi (Università degli studi di Verona) e del professor Mario Plebani (Università degli studi di Padova) per partire con i test sierologici.  Verranno fatti dei prelievi del sangue e analizzati per valutare la presenza di immunoglobuline G (test igC) e lo stato del sistema immunitario dei pazienti (analisi igM).  Si tratta di sistemi che permetteranno di valutare per ogni individuo se ha già sviluppato gli anticorpi e se è in corso l’immunizzazione.

La situazione economica

L’ultima notizia è che la Germania ha stanziato 550 miliardi: è quindi reale il pericolo che finita la crisi sanitaria il nostro paese mancherà di competitività perché le altre nazioni europee stanno sostenendo attivamente le loro aziende mentre l’Italia, con i suoi 25 miliardi, rimane indietro.
L’Europa è “scandalosamente assente” e, a detta del presidente Zaia, è ancora più vergognoso che si diffondano i video emozionali dei leader europei che dicono all’Italia di continuare così. 

I costi sostenuti dalla Regione Veneto

Dal Governo sono arrivati 135 respiratori ma sono stati spesi 92 milioni dalla Regione Veneto. Gli assessori stanno tagliando dove possibile per investire sulla sanità, anche se non è facile. E’ ammirevole lo sforzo fatto dalle associazioni che rinunciano al loro contributo annuale per sostenere gli investimenti in campo medico: l’associazione dei pescatori, ad esempio, ha rinunciato ai 900 mila euro spettanti.

Cosa bisogna fare

Adesso che le postazioni in terapia intensiva sono state completate, servono le semi intensive. La già citata idrossiclorochina che attenua i sintomi del virus verrà somministrata a domicilio e il piano approvato mira non soltanto ad effettuare i test entro 5 giorni, ma anche ad iniziare la terapia entro questo lasso di tempo. Questa parte dei piano guarda a tutti coloro che si trovano a domicilio ma che non hanno bisogno di un medico che li assista costantemente. Questi soggetti verranno intercettati da un call center apposito, anche se i medici di base vogliono collaborare, chiamando anche i loro assistiti: si sta quindi cercando di capire come procedere.

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