Polegato: “Il latte di Marca va salvato”
Produttori costretti a lavorare al di sotto dei costi di produzione. Il Presidente della Coldiretti Treviso avverte: "Potrebbe significare la fine della produzione di latte in tutto il territorio della Provincia".
“I produttori di latte vanno tutelati e non mancheremo di monitorare una situazione altamente pericolosa per le nostre aziende”. Interviene così Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso sul tema del prezzo del latte dopo che il Codacons in queste ore ha presentato un esposto all’Antitrust contro Italatte – società del gruppo Lactalis titolare dei principali marchi italiani del settore come Galbani, Vallelata, Invernizzi, Cademartori, Locatelli – per aver ridotto con decisione unilaterale e retroattiva il prezzo del latte pagato ai piccoli allevatori.
Con lettera del 2 maggio 2019 inviata ai propri fornitori, alle Cooperative e alle Organizzazioni professionali della Lombardia, Italatte ha disposto in via unilaterale e retroattiva la modifica del contratto di somministrazione del latte, senza alcun contraddittorio con le parti direttamente interessate, adducendo ragioni di urgenza che avrebbero legittimato l’imposizione di una riduzione del prezzo del latte a partire dal mese di aprile 2019 attraverso la previsione che «nella fattura del latte conferito nel mese di aprile inseriremo un prezzo di 400€/1000 litri salvo conguaglio» – spiega il Codacons – Pertanto, dal prezzo definito nell’accordo quadro e nei singoli contratti di somministrazione, pari a 41,57 centesimi al litro, Italatte ha arbitrariamente sottratto ben 15,70 euro ogni 1000 litri. Allo stesso modo, per il mese di maggio, la riduzione del prezzo del latte a 40 centesimi al litro ha determinato un differenziale rispetto al corrispettivo pattuito nell’accordo quadro, pari a 1,19 centesimi al litro, pari a 11,90 ogni 1000 litri. Ancora, per il mese di giugno, le imprese conferenti si sono viste decurtare la somma di 12,10 euro (Fonte agenpress.it).
“Oggi in provincia di Treviso a produrre latte sono 476 realtà zootecniche (fonte Aprolav) con una produzione di 1 milione 600 mila q di latte prodotto, mentre nel 2009 erano 984. Nel 1994 si pagava un litro di latte circa 800 lire, oggi 40 centesimi? Da allora ad oggi quanto è cambiato il costo di un caffè, di un litro di gasolio, di un macchinario agricolo?" sottolinea Polegato. "Metà delle aziende nella Marca conferisce alla cooperazione dove a fine anno garantisce, con una buona gestione, un conguaglio a favore dei produttori, mentre l’altra metà che conferisce il latte ai privati naviga in un limbo in cui la qualità di certo non è corrisposta e nemmeno a volte si riesce con il prezzo percepito a coprire i costi di produzione. Il rischio di tutto ciò è mettere fine al sistema lattiero trevigiano con il rischio di far giungere sulle nostre tavole latte senza origine certa e prodotto in paesi dove i concetti di qualità e di tutela al consumatore possono essere molto differenti”. Sul resto, ovvero contratti in essere e pagamenti dei prezzi del latte, Coldiretti Treviso e il Presidente Polegato non mancheranno di metter tutto sotto la propria lente di ingrandimento.
“La modifica unilaterale delle condizioni di fornitura del latte, imponendo retroattivamente una riduzione del prezzo a 40 centesimi al litro, si è tradotta nella imposizione di una condizione ingiustificatamente gravosa a danno delle imprese, sulle quali è stato illegittimamente trasferito un rischio ingiustificato, tenuto conto dei precedenti accordi raggiunti con Italatte e con gli impegni da quest’ultima presi – scrive il Codacons nell’esposto. "Un comportamento che viola in modo palese l’articolo 4 del DM n. 199 del 2012 che inserisce nelle condotte commerciali sleali anche il mancato rispetto dei principi di buone prassi vietando espressamente le pratiche sleali aventi ad oggetto «il trasferimento di un rischio ingiustificato o sproporzionato all’altra parte»”.
Una situazione, quindi, che danneggia anche i consumatori, attraverso un aumento massiccio ed incontrollato delle importazioni dall’estero di latte e di prodotti semi-lavorati che si traduce in un inganno sulla provenienza della materia prima.