Riva de Milan, dall’Ottocento si fa buon vino | Famiglie del Valdobbiadene
I fratelli Bernardi, Angelo, Celestino, Bruno e Valentino portano avanti una tradizione di famiglia che va avanti da cinque generazioni
Fanno vino da cinque generazioni. L’azienda agricola Riva de Milan dei fratelli Bernardi nasce a metà del 1800.
Nel 1882 Angelo Bernardi inizia a coltivare grano e frumento per garantire l’alimentazione ai maiali e alle mucche da latte, ma inizia anche a piantumare il primo vigneto.
In famiglia sono otto fratelli, chi va in Svizzera e chi farà altri lavori. Nel vecchio fabbricato (risale al 1650) che fu un monastero, costruito con sabbia di montagna in quanto il Piave non passava ancora da quelle parti, resta soltanto papà Antonio, lavorando a mezzadria.
Nel 1987 verrà eliminata la stalla delle vacche da latte per fare più spazio ai vigneti, il vino inizia a diventare l’elemento primario dell’azienda che, tuttavia, continua ad allevare suini e bovini. Antonio ha 7 figli, sei maschi e una femmina.
Il primo, Valentino, morirà ad appena 9 anni, nel 1954, a causa di una disfunzione al cuore, allora incurabile. Giuseppe è invece mancato tre anni fa, all’età di 72 anni, dopo una vita di lavoro in fabbrica. In campagna restano quattro fratelli, Celestino (65 anni), Angelo (71 anni), Valentino (61 anni), Bruno (52 anni) e la sorella Annalisa che tuttavia aprirà, in seguito, un agriturismo insieme al marito.
I quattro fratelli, portano così avanti l’azienda di famiglia da circa 40 anni. Dal 1985 Riva de Milan diventa agriturismo e, poco più tardi, anche un’etichetta di vino, producendo prosecco a fermentazione naturale, tranquillo Tirele, frizzante con lo spago, Brut spumante Docg, extra-dry e il Millesimato, oltre a una grappa di prosecco. Tutto prodotto nei 15 ettari di vigneti con Docg Valdobbiadene e Docg Colli Asolani.
Restano anche i cinque ettari di seminativo, coltivati a mais e fieno, per alimentare i capi di bestiami (maiali, manzi da carne e galline). Una parte è anche coltivata a fagioli borlotti nani, prodotto tipico della zona.
I prelibati insaccati
La giornata di lunedì è dedicata alla produzione di insaccati. Due maiali la settimana ritornano dal macello intorno alle 7,30 del mattino e, fino a tarda sera, i quattro fratelli e alcuni coadiuvanti dedicano l’intera giornata a preparare i prelibati insaccati. Da un maiale di circa 250 chili si ha una resa di circa il 50% di carne da salumi (130 chili di pasta da salame, 13 chili di salsiccia, 18 chili di cotechino e lardo). Da un maiale si ottengono circa 50 sopresse che dovranno stagionare sei mesi. I fratelli Berardi producono anche specialità più rare da trovare, come la Martondella, la coppa in testa e la costicina.
L’agriturismo,che comprende 13 camere, è aperto tutto l’anno ed è particolarmente frequentato, d’estate, da tedeschi e austriaci. Dalla Lombardia e dal Piemonte il turismo del weekend.