Bracconaggio, Treviso capofila. Interviene il CABS: "Fermare cacciatori illegali"
Dopo l'episodio di Farra di Soligo, i volontari dell'associazione prendono posizione. Segnalati casi anche a Castelfranco e Zero Branco.
Il CABS: in provincia terzo caso in pochi giorni
Bracconaggio in tempo di coronavirus
La denuncia di un presunto bracconiere operata dalla Polizia Provinciale di Treviso nei pressi di Farra di Soligo, rappresenta il terzo caso di caccia illegale del quale si viene a sapere in questi giorni. La fa presente il CABS, l'associazione di volontari esperti in antibracconaggio che ricorda come appena lo scorso 28 marzo era apparsa la notizia di un uomo denunciato nei pressi di Castelfranco Veneto sempre per presunta attività di uccellagione mentre, quasi lo stesso giorno, veniva riportata la segnalazione di un cittadino di Sant'Alberto di Zero Branco che consentiva il recupero di un gatto con l'addome orrendamente lacerato da un laccio-cappio tipico del bracconaggio. In quest'ultimo caso l'autore rimaneva ignoto. Quanto ora portato a compimento dalla Polizia Provinciale di Treviso fa riferimento nuovamente a reti e trappole, più una trentina di uccelli tutelati da trattati internazionali e dalle legge nazionali.
Il commento del CABS: "Non si fermano davanti a niente
"Quello che sembra incredibile - ha commentato il CABS - è che tutto ciò avvenga in piena emergenza Coronavirus quando gli spostamenti delle persone, tranne per i casi specificatamente indicati, sono interdetti. Evidentemente i bracconieri non si fermano davanti a niente e anche quest'ultimo caso dimostra quanto incallito sia il problema della caccia di frodo in Italia".
Appena pochi giorni addietro il CABS aveva diffuso i dati relativi alle denunce o comunque a fatti di bracconaggio scoperti in Italia nel mese di marzo 2020. Il CABS, dall'esame del proprio archivio, non ha riscontrato sostanziali differenze tra i casi registrati tra quest'ultimo mese e lo stesso dell'anno antecedente. Treviso è capofila, almeno come provincia, seguita da Napoli con due casi e, su scala regionale, dalla Campania, Calabria e Sardegna. Poi numerose altre denunce sparse per l'Italia, da Avellino a Firenze passando per il bresciano.
Chiudere ogni spazio alla caccia illegale
Il CABS rivolge il proprio pensiero a tutte le persone che in questo momento stanno soffrendo per i contagi da Coronavirus, apprezzando le numerose iniziative spontanee in favore di donazioni per strutture ospedaliere o comunque indirizzate al contenimento dell'epidemia. L'appello è di non retrocedere, chiudendo ogni spazio anche nei confronti di chi, continuando l'attività di caccia illegale in un periodo così delicato, mette a rischio con i suoi spostamenti non solo la vita degli animali ma anche quella delle persone.
"Un motivo in più per provvedere, appena possibile, a un serio inasprimento delle pene nei confronti del bracconaggio italiano, incallito e ben radicato che, evidentemente, non si ferma davanti a niente".