Documento sindaci al Governo, Conte: "Più fondi per i nostri territori"
La prima conta dei danni è di almeno 200 milioni di euro.
I sindaci inviano un documento con 20 punti tecnici ma uniti da un unico filo: i Comuni rappresentano tutti i cittadini, a loro devono garantire i servizi.
L’importanza di non retrocedere
Si è tenuta ieri, martedì 21 aprile 2020 la videoconferenza stampa di presentazione del documento che i sindaci dei sette Comuni capoluogo che ha visto la presenza del sindaco di Vicenza Francesco Rucco, di Rovigo Edoardo Gaffeo, di Padova Sergio Giordani, di Venezia Luigi Brugnaro, di Treviso Mario Conte e di Belluno Jacopo Massaro. Ecco il commento del primo cittadino di Treviso, Mario Conte:
"Questa mattina (ieri per chi legge, ndr.), con i colleghi sindaci delle Città capoluogo di Provincia del Veneto, abbiamo presentato il documento che invieremo al Governo per chiedere di poter amministrare con alcune deroghe volte a sburocratizzare l’attività e rendere meno oneroso per Enti locali, cittadini e imprese il periodo di ripresa, anche con misure di tipo fiscale per aiutare il tessuto produttivo e sopperire alle mancate entrate. Noi sindaci di Treviso, Venezia, Padova, Verona, Vicenza, Belluno e Rovigo, così come i colleghi dei comuni delle varie Province, siamo uniti da una volontà trasversale di affrontare l’emergenza con unità d’intenti ed essere parte integrante di quel “partito dei Sindaci” che agisce solo ed esclusivamente per il Bene comune".
Dure e decise le parole del sindaco di Verona, Federico Sboarina che ha affermato:
“Mai come adesso c’è bisogno di coesione. In Veneto, il documento fatto dai sindaci dei sette Comuni capoluogo lo dimostra nei fatti. Non retrocederemo di un centimetro sulle richieste che oggi invieremo al Governo. Chiediamo 20 punti, molto tecnici ma uniti da un unico filo: i Comuni rappresentano tutti i cittadini, a loro dobbiamo garantire i servizi. Devono esserci assicurate non solo le risorse necessarie, ma anche la sburocratizzazione e gli strumenti per essere veloci. Ci batteremo perché la distribuzione dei fondi tenga conto che questa pandemia ha colpito anche e soprattutto i comuni del Veneto“.
Fronte comune alla “Fase 2”
E sempre Mario Conte, che è anche presidente di Anci Veneto nonché sindaco di Treviso ha spiegato il documento che è stato redatto dai sette sindaci spiegando le sue funzionalità in questo momento di emergenza:
“Tutte le sette città capoluogo hanno voluto unirsi per far fronte comune in questa ‘Fase 2’ di emergenza Coronavirus, ci tengo a ribadire che la ‘Fase 1’ non è terminata. I sindaci hanno affrontato il periodo di emergenza mettendo in atto le indicazioni fornite dal Ministero e dalla Regione, prima di parlare di ‘Fase 2’ però c’è la conta dei danni del tessuto sociale ed economico che sono ingenti. Oggi è il 44esimo giorno di zona rossa per il Veneto e le Province, è il 50esimo di crisi Coronavirus. Come sindaci abbiamo molte preoccupazioni e riceviamo ogni giorno dai cittadini delle mail o telefonate sulle preoccupati del presente e del futuro. Stiamo apprezzando lo sforzo che comunque il Governo sta facendo, capiamo le difficoltà, apprezziamo lo stanziamento dei 3miliardi e mezzo di euro che vede riversare a 3miliardi ai Comuni, crediamo sia importante ma solo come primo passo perché il territorio ha bisogno di maggiori fondi. Ogni territorio ha delle specificità e delle caratteristiche che lo rendono unico e che implicano determinati aiuto piuttosto di altri. Le città sono state messe in ginocchio, le nostre potenzialità di risorse fino a 4o giorni fa ci facevano volare con ritmi altissimi dal punto vista economico ora, la contadei danni è inestmabile”.
La conta dei danni
Mario Conte ha poi parlato dei danni economici che stanno subendo i Comuni:
“Se parliamo di danni, stiamo parlando di milioni di euro che giorno dopo giorno andiamo a conteggiare accumulare in un conto finale che ci preoccupa tanto. Allo stesso tempo dobbiamo garantire i servizi e il sostegno ai cittadini che oggi vengono a suonare ai campanelli del municipio perchè hanno il dubbio se riusciranno a mettersi in piedi, aprire le attività e aprire la filiera produttiva e le fabbriche. Abbiamo genitori che chiedono come poter andare a lavorare con le scuole chiuse, dove possono lasciare i figli? Sono temi che cadono come mattoni sulle teste di tutti i sindaci. I municipi devono essere sostenuti dallo Stato così, responsabilmente e senza polemica abbiamo creato un documento articolato e tecnico che presenta 20 punti che sono delle proposte concrete per agire sulle tasse, sulla sburocratizzazione, agire in sostegno al municipio e far sì che ci sia il sostegno che dobbimao dare alla comunità perché è inutile negarlo, l’emergenza non finirà giugno dal punto di vista economica,andrà avanti fino al 2021″.
E’ difficile fare la conta dei danni però per ora per il Comune di Verona 50milioni persi, il Comune di Treviso conta 10milioni di euro senza contare la mancata riscossione delle tasse, il Comune di Padova segnala 30milioni di euro senza calcolare le partecipate, il Comune di Venezia ha un buco certificato di 115milioni di euro senza contare le mancanze Imu e le partecipate, il Comune di Belluno ha un buco di un paio di milioni mentre il Comune di Vicenza ha un buco che va dai 12 ai 15milioni di euro.
Il commento dei sindaci
Padova, Sergio Giordani:
“Siamo tutti nella stessa barca, dobbiamo remare insieme. Lo Stato con quello che ci ha dato, i famosi 3miliardi, sono una cifra importante ma non sufficiente, dovrebbero liberarci dal patto di stabilità, mi rendo conto che è difficile ma sarebbe un modo per non toccare i soldi dello Stato”
Vicenza, Francesco Rucco:
“C’è una richiesta di liquidità delle casse comunali per garantire la copertura ai mancati introiti dei servizi essenziali. Non bisogna sottovalutare il tema della sicurezza urbana, dell’ordine pubblico. Tutti i sindaci hanno chiesto uno strumento in tale direzione di natura straordinaria se fosse necessario”
Rovigo, Edoardo Gaffeo:
“Bisogna portare l’attenzione del Governo a quella che è la tempesta perfetta per enti locali, la diminuzione delle entrate di natura fiscale, c’è un aumento di richieste che arrivano dai servizi sociali, richieste importantissime dal settore del commercio, del turismo, dal settore alberghiero, temi su cui i comuni saranno chiamati in prima linea per fornire delle risposte in termini economici”
Verona, Federico Sboarina:
“Siamo determinati a non retrocedere perché difendiamo in tutti i modi le nostre comunità. L’impatto dell’epidemia sulle nostre città è stato devastante. Sarà quindi fondamentale che il riparto delle risorse statali e tutte le misure di sostegno alla ripresa tengano conto delle specificità venete, vigileremo su questo. Servono nuovi strumenti e la parola d’ordine dev’essere velocità. Infatti, siamo davanti ad un’occasione storica per sburocratizzare procedure e adempimenti e ripartire in maniera celere e competitiva. È impensabile dover gestire, nel momento in cui dovessero arrivare, risorse importanti secondo le regole attuali. L’obiettivo di queste 20 proposte che oggi presentiamo è proprio questo. Eliminare la burocrazia, oltre ad essere un’opportunità epocale per il nostro paese, è forse ancor più importante degli stanziamenti economici. Chiediamo poi al Governo che i 3 milioni e mezzo destinati fino ad ora a comuni e province, sperando che siano solo il primo passo di una vera e propria manovra a sostegno degli enti locali, vengano ripartiti in maniera equa. Due i parametri fondamentali che devono essere tenuti in considerazione: il numero degli abitanti e quello dei contagiati. È innegabile che questa pandemia ha avuto un impatto differente sul territorio nazionale e noi siamo tra i più colpiti. Purtroppo per i nostri capoluoghi, forti dal punto di vista turistico, culturale e imprenditoriale, l’effetto è ancor più devastante. Da sindaci, abbiamo condiviso un percorso e delle richieste precise per risollevare le sorti dei nostri enti e dell’economica locale, ed essere al contempo al fianco dei cittadini, garantendo i servizi. Solo per il comune di Verona abbiamo già calcolato un disavanzo di circa 50 milioni di euro. Ma i danni saranno altissimi per tutto il sistema economico, a partire dalle nostre eccellenze, come l’Arena e la stagione lirica, volano per l’intera città. Saremo bravi a rimboccarci le maniche, come abbiamo fatto fino ad ora, ma abbiamo bisogno di interventi strutturali immediati”.
Belluno, Jacopo Massaro
“I Comuni oggi erogano quasi il 90% dei servizi ai cittadini – ha spiegato – ma rappresentano solo il 7,6% della spesa dello Stato e il 2% del deficit. In questa fase post emergenziale servirà puntare su di loro, ma i Comuni sono come aziende, non possono fare debito pubblico. Possono erogare servizi solo a fronte di entrate sufficienti, per questo abbiamo la necessità che ci vengano dati gli strumenti necessari, che oggi chiediamo al Governo e che presto chiederemo anche alla Regione del Veneto”.
Venezia, Luigi Brugnaro:
“Siamo partiti da un documento sottoscritto tra tutti i 44 sindaci del Veneziano il testo è stato emendato e migliorato per venire incontro alle necessità delle principali città venete. E’ il momento dell’unità per rispondere ai problemi dei cittadini, che sono a casa e sono spaventati dalla crisi economica. Un bilancio complessivo dei danni, stando alle prime stime, si aggira tra i 220 e i 240 milioni di mancati introiti per le casse dei Comuni capoluogo veneti, tra cui spiccano i 115 milioni di euro per il Comune di Venezia, senza contare le società partecipate. I piccoli imprenditori e quelli della filiera turistica sono stati colpiti al cuore, la città è in ginocchio da questo punto di vista. Il Governo – ha rimarcato – deve comprendere l’importanza dei Comuni, per questo ci aspettiamo una sua risposta rapida. Il tema più importante è il trasporto pubblico locale – ha concluso – non siamo in condizione di riprendere con le stesse logiche di prima, però è evidente che il Veneto ha una struttura politica e sociale trasversale su cui puntare, di questo vado decisamente fiero”.
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