Un 25 aprile doloroso per Montebelluna, Favero: "E' scomparso il maestro Eugenio Guarnier"
Guarnier per decenni è stato il grande testimone morale degli avvenimenti tragici che segnano la fine del Regime Fascista
Il videomessaggio del sindaco di Montebelluna Marzio Favero in occasione del 75esimo anniversario del 25 aprile.
Lutto per la scomparsa di Eugenio Guarnier
Il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, nella giornata di oggi, 25 aprile 2020 ha pubblicato un videomessaggio per tutti i concittadini per dare delle comunicazioni e alcune riflessioni. Il sindaco ha affermato:
"Care cittadine e cari cittadini,
purtroppo questa edizione del 25 aprile non può essere celebrata in piazza a causa dell'emergenza Covid-19. E' un dispiacere perché negli ultimi anni la commemorazione del giorno della Liberazione ha visto crescere in modo importante la partecipazione popolare a Montebelluna all'insegna della condivisione popolare fra le diverse componenti politiche che animano la nostra città. La tutela della salute ha la priorità e prendo l'occasione per augurare una buona guarigione a tutti gli ammalati. Ho anche il doloroso compito di comunicare che è scomparso il maestro Eugenio Guarnier che per decenni è stato il grande testimone morale degli avvenimenti tragici che segnano la fine del Regime Fascista. Dopo l'8 settembre 1943, assieme ai suoi commilitoni venne fatto prigioniero dei tedeschi a Robi e finì nei campi di concentramento assieme ad altri 100mila militari italiani che rifiutarono di collaborare con i nazisti. Nei nostri incontri non ho mai sentito Guarnier esprimere rancore e odio per i nemici, piuttosto comunicava empaticamente la sua profonda comprensione circa il male che la sua generazione aveva conosciuto e coltivava, da educatore, l'attenzione sui valori non negoziabili della libertà e della pace".
La deposizione della corona
Il sindaco di Montebelluna questa mattina, in rappresentanza dei cittadini ha depositato la corona da alloro. Marzio Favero nel suo videomessaggio ha proposto alcune riflessioni:
"Questa mattina ho provveduto assieme al vicesindaco Severin e ai rappresentanti dell'Anpi e delle associazioni combattentistiche alla deposizione della corona presso il monumento ai caduti per onorare la memoria dei quanti si sono sacrificati per abbattere la tirannia fascista, contrastare l'occupazione nazista e conquistare la libertà. Il luogo della tradizione deposizione ai piedi del monumento mi permette di portare alla vostra attenzione alcune riflessioni: nel corso degli anni, grazie anche al contributo dei relatori che si sono succeduti, abbiamo toccato diversi aspetti dell'esperienza resistenziale. Nel momento in cui era divenuto di moda un certo revisionismo storico, abbiamo rammentato che la Resistenza aveva avuto un doppio significato: bellico e politico. Essa ha contribuito attraverso la guerriglia a destabilizzare le forze di occupazione e ha dimostrato alle potenze alleate che in Italia c'era una nuova classe dirigente pronta a prendere le redini del paese composta da una pluralità di forze politiche. Nessun esercito è perfetto, ognuno fa degli errori, i Partigiani hanno lottato per la libertà mentre i repubblichini si erano schierati dalla parte del Regime Fascista che si stava macchiando di crimini contro l'umanità. Abbiamo rammentato come nell'esperienza resistenziale sia maturato il processo di emancipazione delle donne che hanno dato un contributo fondamentale alla lotta alla liberazione. Un montebellunese Guido Bergamo aveva detto che il fascismo altro non è che una e formazione del carattere ovvero l'inclinazione di imporre le proprie idee non per la loro forza intrinseca attraverso il confronto bensì con al forza della violenza".
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