I virologi: "Ecco la carta d'identità del Covid in Veneto"
"Ad oggi, non ci sono indizi che fanno pensare che il virus sia drasticamente cambiato" afferma la dottoressa Ricci: bisogna quindi mantenere alta l'attenzione...
Ospite della conferenza stampa odierna la dottoressa Ricci, direttore dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e il virologo dott. Terregino.
La carta di identità del Covid Veneto
Conoscere il virus permette di capire come questo potrà aggredire nella zona: il virus muta nei passaggi da ospite ad ospite ma mantiene dei tratti in comune. L’intervento della dottoressa Ricci:
“Capire i meccanismi dei salti di specie lì dove si formano è indispensabile ed è fondamentale collaborare a livello internazionale prima che il problema arrivi nei nostri territori.”
Cosa è stato fatto, quindi?
“Abbiamo cambiato l’ambiente, il virus è sempre quello: abbiamo fatto in modo che il virus non potesse passare agevolmente da una persona all’altra. Questo ha cambiato l’andamento dell’epidemia: è diminuita la carica virale perché abbiamo allargato le distanze e i malati non circolano nella popolazione.”
Continua la dottoressa:
“Ogni malattia dipende da tre fattori: l’ospite, che può essere l’uomo o l’animale, il patogeno e l’ambiente. Questi tre fattori influenzano completamente l’andamento della malattia, per cui non possiamo concentrarci solo sul virus, sul malato o sull’ambiente”
Studiare le piccole differenze, spesso casuali, nel DNA permettono di comprendere le mutazioni dei virus. Ad oggi, non ci sono indizi che fanno pensare che il virus sia drasticamente cambiato: il vero cambiamento non è legato al virus ma ai nostri comportamenti che si sono dimostrati assolutamente efficaci.
L’intervento del dottor Terregino
“E’ fondamentale che il mondo scientifico continui a lavorare sulle caratteristiche del virus sia genetiche che biologiche. Attraverso la possibilità di avere sempre più informazioni si possono prendere le decisioni che chiedono le autorità altrimenti si fanno speculazioni che derivano da dati ricavati da altre malattie. Conoscere questo nemico e incrociare i dati con la clinica, attraverso studi sperimentali, si possono avere le certezze che le autorità cercano.”