Bombe a mano e Kalashnikov in un cortile dell'Asolano: in carcere il 63enne Giovanni Tittoto - FOTO
La scoperta della "santabarbara", del tutto casuale, la scorsa primavera. Le indagini, coadiuvate anche dal Ris di Parma, hanno portato dritti al trevigiano.
Arrestato il 63enne trevigiano Giovanni Tittoto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Treviso.
Il ritrovamento è stato del tutto casuale
I Carabinieri della Compagnia di Castelfranco Veneto hanno tratto in arresto il 63enne trevigiano Giovanni Tittoto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Treviso per i reati di detenzione di armi da lancio deflagranti, parte di arma da guerra e munizionamento comune e da sparo. L’attività d’indagine dei militari dell’Arma è scaturita dal rinvenimento casuale - avvenuto nella primavera scorsa da parte di una donna dell’asolano - di un voluminoso sacchetto in nylon nel cortile di casa della madre. La donna, infatti, mentre stava facendo delle pulizie, aveva notato la busta citata, occultata fra la parete della legnaia ed una casetta giocattolo in plastica per bambini lì ubicate.
Apre la busta e trova una bomba a mano: la "santabarbara"
Portato l’involucro all’esterno, dopo che anche la madre ne aveva disconosciuto il possesso, la donna apriva una delle buste che avvolgeva la confezione e, con sgomento, trovava all’interno una bomba a mano perfettamente integra e funzionante. Madre e figlia, impaurite, erano corse alla locale Stazione Carabinieri per avvisare del rinvenimento dell’ordigno, quindi i militari dell’Arma si erano tempestivamente recati sul posto ove, con l’ausilio di Carabinieri Artificieri, avevano posto in sicurezza tutta l’area, peraltro situata in una delle vie centrali del paese. Si procedeva così alla completa apertura dell’involucro, che celava al suo interno:
- 2 bombe a mano attive fabbricate nell’ex-Jugoslavia;
- un caricatore per fucile d’assalto mitragliatore AK-47 “Kalashnikov”;
- 136 cartucce calibro 7,62x39, compatibili con l’utilizzo del fucile d’assalto;
- 70 cartucce cal. 9x19 per pistola semiautomatica.
Il materiale rinvenuto veniva dapprima reso inoffensivo dai militari specializzati, quindi opportunamente repertato e sottoposto a sequestro.
Le indagini e l'intervento del Ris di Parma
Le investigazioni si concentravano fin da subito su un individuo che in passato aveva dimorato nelle immediate vicinanze del luogo del ritrovamento del materiale bellico. Raccolti gli elementi necessari a comporre un primo quadro investigativo, i Carabinieri operanti hanno proceduto alla perquisizione presso l’abitazione del sospettato ove venivano rinvenuti barattoli in vetro e buste in cellophane del tutto compatibili con quelli mediante i quali era stato confezionato il materiale ritrovato nella legnaia dell’ignara residente. L’elemento che permetteva ai militari dell’Arma di attribuire con precisione al Tittoto le condotte di grave rilevanza penale ascritte, è emerso dalle analisi svolte dai militari del RIS di Parma, che su una delle buste che custodivano gli ordigni esplosivi individuavano il profilo genetico dell’indagato, a conferma del fatto che l’uomo aveva sicuramente maneggiato l’involucro in questione. Il quadro probatorio emerso dalle articolate indagini dei Carabinieri è stato puntualmente recepito dalla Procura della Repubblica trevigiana ed accolto dal GIP presso il medesimo Tribunale che, considerata anche la gravità dei fatti contestati, ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del Tittoto, rintracciato dai militari della castellana e quindi associato alla casa circondariale di Treviso.