Emergenza Covid nella Marca, Benazzi a muso duro: "Non siamo Bergamo"
Il direttore generale schiera i primari e snocciola numeri: "Accumulare i feretri e respingere i pazienti? Tutto falso".
Parata di primari e dirigenti dell'Ulss2 Marca Trevigiana per precisare la situazione Covid in provincia di Treviso ee in particolare nell'area tra Castelfranco e Montebelluna
Emergenza Covid nella Marca, il punto
Un punto stampa via social per contrastare il "venticello della calunnia" che ha iniziato a circolare lo scorso fine settimana riguardo all'emergenza Covid nella Marca. Lo ha tenuto, definendo così alcune recenti notizie sulle situazioni più critiche riscontrate in provincia di Treviso (in particolare a Montebelluna), il direttore generale dell'Ulss2, Francesco Benazzi.
"Non capisco perché in un momento già di per sé così delicato, si vogliano insinuare cose sostanzialmente non vere - ha esordito Benazzi - Non esiste assolutamente che manchino i dispositivi nei nostro ospedali Covid, tanto per fare un esempio".
Nel territorio dell'Ulss2 sono al momento 433 i ricoveri complessivi.
"Non siamo Bergamo"
Per quanto riguarda poi l'impatto del virus nell'area tra Castelfranco Veneto e Montebelluna, il direttore ha ribadito che "noi non siamo sicuramente Bergamo, visto che siamo stati definiti come quelli che accumulano i feretri". Di qui alcuni numeri dati da Benazzi:
"Non corrisponde al vero che ci sia un alto tasso di mortalità proprio in quell'area - ha puntualizzato il direttore generale - Ho i dati dal 1 marzo ad oggi e per quanto riguarda Castelfranco, che conta poco più di 33mila abitanti, abbiamo 18 decessi Covid, mentre a Montebelluna si sono registrati 17 decessi Covid".
La questione feretri
Sulla presunta emergenza legata all'accumulo di feretri sempre a Montebelluna e Treviso, ha preso poi la parola il dottor Formentini, direttore dell'ospedale di Treviso:
"In obitorio a Treviso noi abbiamo 32 posti fissi (con 12 celle frigorifere) che in questo momento sono in linea con il periodo e soprattutto non sono affatto saturi - ha precisato il direttore - Una capacità che può comunque aumentare in caso di necessità. E' vero che alcune salme sono state sistemate nella chiesetta, anche per venire incontro alle esigenze dei familiari che chiedono di posticipare i funerali".
Infine Formentini ha ricordato il protocollo previsto dall'Azienda sanitaria per i familiari di morti di Covid, che prevede la possibilità di dare in sicurezza l'ultimo saluto ai propri cari.
Poi è intervenuto il dottor Morgante, direttore medico dell'ospedale di Montebelluna, che ha ricordato come - a differenza della prima ondata, il San Valentino si stia ora occupando dei malti di Covid anche dell'area castellana (essendo il San Giacomo Covid free).
"Abbiamo avuto una quarantina di decessi a novembre, le salme rimangono nel nostro obitorio per 3-4 giorni e dal 30 novembre alcune sono state portate al cimitero di Montebelluna".
Infine ha parlato il primario dell'Unità operativa complessa di Montebelluna, per rispondere alle insinuazioni di "aver respinto le persone non garantendo l'assistenza, un'accusa inaccettabile per noi". Spiegando per intero l'iter che seguono i pazienti.
Scorte di dispositivi di protezione: "Non mancheranno mai"
E' stato poi il turno del dottor Dragoni, coordinatore del Servizio infermieristico, che segue la distribuzione dei dispositivi di protezione, e del dottor Drigo, che ha parlato della situazione nelle terapie sub intensive, smentendo che ci sia mi stata una "selezione" tra i pazienti. Infine il dottor Agostini, che ha rassicurato sulla gestione "in rete" dei posti letto di terapia intensiva a Montebelluna.
Case di riposo
A fare un quadro sulla situazione nelle Rsa del trevigiano, il dottor Del Re, direttore dei Servizi socio sanitari:
"Testiamo 6.930 operatori ogni 4 giorni e 5.222 pazienti ogni 20 giorni (ma più breve in caso di focolai).
Poi Del Re ha snocciolato i dati del monitoraggio (su positivi da tampone molecolare) riferiti a stamattina, lunedì 14 dicembre 2020:
- Su 6.930 operatori, 288 sono positivi (4,16%)
- Su 5.222 ospiti, 594 positivi (11,37%)
C'è almeno una positività riscontrata in 43 strutture su 54 e in dieci delle 43 ci sono solo operatori positivi. In sei strutture c'è un numero di ospiti positivi superiore a 40.
Poi ha ripreso la parole Benazzi chiudendo la diretta sui numeri degli operatori:
"Abbiamo 126 persone in isolamento domiciliare o quarantena, di cui 16 medici. Il vero problema però è tra gli infermieri e gli operatori socio sanitari, che mancano in particolare nel presidio ospedaliero di Montebelluna - ha concluso il direttore - Per questo entro questa settimana faremo una delibera di assunzione di 30 infermieri da insediare a supporto dell'ospedale di Montebelluna".
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