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Mascherine tricolori
Recovery Plan: “La salute non doveva essere al primo posto?”
La protesta vede la forza di oltre 100 città italiane che con striscioni affissi di fronte ai principali ospedali ha reso partecipi decine di medici
Lo slogan delle Mascherine Tricolori “La salute al primo posto?” come messaggio rivolta al Governo, una domanda ma allo stesso tempo una contestazione contro chi aveva in mente di tenere la sanità al primo posto, mettendola infine all'ultimo posto tra le voci di finanziamento del Recovery Plan.
La protesta
La protesta vede la forza di oltre 100 città italiane che con striscioni affissi di fronte ai principali ospedali ha reso partecipi decine di medici e personale sanitario al grido di “la sanità al primo posto”.
“La necessità di questa pandemia era di rafforzare il personale sanitario e i posti letto in terapia intensiva, investendo nell’organico del personale medico-sanitario, per scongiurare una seconda ondata Covid. Queste erano le parole del Governo, che ancora una volta si è confermato per la sua mancanza di azione, con l'arrivo di banchi a rotelle arrivati a scuole già chiuse, casse integrazione ancora da percepire e bonus monopattini”.
Cosa prevede il Recovery Plan
In campo sanitario la bozza del Recovery Plan prevede per la sanità solo 9 miliardi dei 193 miliardi messi a disposizione tra sovvenzioni e prestiti alle UE, da fattore principale ad ultimo posto dietro a voci come “transizione ecologica” e “parità di genere” che sicuramente poco hanno a che fare con l’emergenza economico e sociale attuale. Moltissime sono le persone che ogni giorno si dimostrano in prima linea per combattere il virus, nelle strutture sanitarie, nell' assistenza, mentre chi doveva per professione politica svolgere la sua importante azione di guida si è trovato a non saper gestire il tutto in modo efficace, compiendo passi che stanno portando ad un crollo generale dell'economia italiana. Questo porterà al ricordo di un "Mes Sanitario", che prevederà la gestione della spesa italiana da parte europea, anche dove tempo fa si era negata al conessione negli scorsi trattati europei.