Confartigianato

A rischio artigiani e piccoli imprenditori della Marca Trevigiana

Crisi in atto per il settore artigiano alimentare privato, come salumifici, caseifici, birrifici, mulini e panifici, necessaria una soluzione

A rischio artigiani e piccoli imprenditori della Marca Trevigiana
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Secondo le restrizioni del periodo delle festività corrispondenti all'ultimo decreto legge messo in atto dal Governo, e da quanto riportano i dati Istat stimati relativi al 2019, nel Veneto quest'anno sono a rischio 337 milioni euro di spese per l’artigianato su 1miliardo934 milioni a livello regionale e 24,5 miliardi a livello nazionale 337 milioni la stima delle spese natalizie in prodotti e servizi tipici artigianato in Veneto; il 58,6% alimentari/bevande e 17,5% abbigliamento/accessori 5.426 le imprese artigiane trevigiane potenzialmente interessate (il 27,3% del totale artigianato) 20.045 i loro addetti (38,7% del totale artigianato della Marca.

Periodo a rischio per Imprese

In questo periodo di totale necessità di isolamento e attenzione, è necessario seguire le indicazioni che ci vengono imposte, ma il Governo non deve dimenticare di trovare o mettere in campo una soluzione per dare sostegno alle imprese che risentono fortemente della crisi economica in atto, come le piccole imprese o artigiani della nostra Marca Trevigiana.

"E' fondamentale trovare le risorse adeguate a compensare l’impatto delle disposizioni su tutti i settori coinvolti” sostiene Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. “Tra i settori che risentiranno maggiormente delle restrizioni, vi è quello dell’alimentazione in cui operano circa 1.200 imprese artigiane e che, dopo le perdite registrate durante il lockdown a Pasqua, ora subiscono un duro colpo. Tra le più penalizzate oltre 300 pasticcerie e gelaterie costrette alla chiusura prolungata insieme alle attività di ristorazione. I nostri artigiani e imprenditori, le loro famiglie, sono tenute ad avere un piano B da poter adottare in caso di chiusure inaspettate e di perdite economiche importanti, sicuramente la loro apertura nei giorni delle festività sarebbe stata attenta sotto tutte le misure di sicurezza imposte." sottolinea Sartor. "Non riesco a spiegarmi la scelta decisionale di tenere i parrucchieri aperti e chiudere i centri estetici, quando sempre di estetica si sta parlando."

La crisi economica

La crisi in atto continuerà a colpire soprattutto il settore artigiano alimentare privato, come salumifici, caseifici, birrifici, mulini e panifici, che solo nella Marca nell’artigianato conta 306 tra pasticcerie e gelaterie e ben 406 attività di ristorazione. Si richiede all'Esecutivo di trovare un modo, una soluzione, che possa fare da cuscinetto in modo che non si vada ad intaccare definitivamente tutti gli imprenditori coraggiosi che hanno investito tempo e denari, in questi mesi, per assicurare a sé stessi, ai propri 2.450 collaboratori ed alla clientela, ambienti sicuri e sanificati.

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