Polizia stradale Treviso

Fermato all'uscita del casello dell'A27 per i fari spenti, era in realtà un pericoloso ricercato: 29enne arrestato

Duplice arresto della Polizia stradale di Treviso: l'uomo si sottraeva da circa due mesi all’esecuzione di un mandato di arresto europeo per estradizione.

Fermato all'uscita del casello dell'A27 per i fari spenti, era in realtà un pericoloso ricercato: 29enne arrestato
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Fermato e arrestato un rumeno in viaggio in autostrada a fari spenti. Con false identità si sottraeva da circa due mesi all’esecuzione di un mandato di arresto europeo per estradizione ed esibiva un falso documento valido per l’espatrio: contestate violazioni al codice della strada e alla normativa anti-Covid per circa 6.000 euro.

Fermato all'uscita del casello dell'A27 per i fari spenti

Verso le ore 12.00 di venerdì scorso, 22 gennaio 2021, lungo il tratto autostradale A27, all’uscita del casello di Conegliano (TV), nel territorio del territorio comunale di San Vendemiano, una pattuglia della Sottosezione Polizia Stradale A27, impegnata nei controlli per il rispetto della normativa anti Covid, ha notato transitare un’autovettura Audi A6 Allroad Quattro con a bordo due persone, con le luci anabbaglianti spente nonostante l’obbligo di utilizzo in autostrada.

Subito la pattuglia ha proceduto al fermo del veicolo, pensando di dover solo procedere alla contestazione per la violazione amministrativa al codice della strada prevista dall’art.152. Il conducente di sesso maschile sui 29 anni, esibiva agli operatori di Polizia una patente di guida rumena, mentre la passeggera di anni 28 esibiva una carta d’identità rumena.

Il documento contraffatto e il mandato d'arresto europeo

La coppia non era in grado di giustificare il viaggio e lo spostamento in ambito comunale, fornendo indicazioni vaghe e senza alcun riscontro; l’attenzione degli operanti veniva allora attratta dalla particolare tipologia di supporto della patente di guida rumena esibita che appariva difforme dai normali standard europei. Da un più accurato ed approfondito controllo, il documento di guida risultava abilmente contraffatto.

Lo straniero è stato così sottoposto a rilievi foto-dattiloscopici presso il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, tramite indagini dattiloscopiche e per mezzo della banca dati del Casellario Centrale d’identità, si è accertato che le generalità dello stesso, ulteriormente confermate da una carta di identità rumena esibita, erano false e strumentali a sottrarsi da circa due mesi all’esecuzione di un “mandato di arresto europeo” dovendo scontare una pena di anni 5 e mesi 6 di reclusione per furto aggravato, fatti accaduti in Bucarest (Romania) nell’agosto 2017.

Contestualmente da un’attenta analisi della carta d’identità rumena esibita all’atto del controllo, è emerso che il documento era stato abilmente falsificato. Informata l’Autorità Giudiziaria, il cittadino rumeno compiutamente identificato con le sue esatte generalità G. A. C. del 1991, veniva tratto in arresto per il “mandato di arresto europeo” come richiesto dalle Autorità rumene, nonché tratto in arresto in flagranza anche per l’uso di un documento d’identità falso valido per l’espatrio ex art. 497 bis cod. pen. Altra denuncia per il reato di cui agli artt. 477 – 482 cod. pen. “falsità commessa dal privato in certificazioni/autorizzazioni amministrative” per l’utilizzo della patente di guida rumena falsificata. Entrambi i documenti venivano sequestrati a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente per i successivi accertamenti peritali.

In carcere e multa da oltre 5mila euro

All’arrestato sono state contestate violazioni amministrative al Codice della Strada per “luci anabbaglianti non accese” e “guida senza patente” e per la normativa disposizioni relative al contenimento dell’epidemia Covid – 19 importo totale pari a € 5.675,00 con relativo “fermo amministrativo di 3 mesi” del veicolo condotto che veniva affidato in giudiziale custodia ad una ditta specializzata autorizzata. Anche la passeggera, è stata sanzionata con € 533,33 per la violazione delle disposizioni relative al contenimento dell’epidemia Covid – 19. Al termine delle formalità di rito, veniva associato presso la casa circondariale “Santa Bona” di Treviso a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente in attesa delle procedure previste per l’estradizione.

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