Contagi Covid-19 sul lavoro, in Veneto Treviso e provincia quasi "maglia nera" con 2.278 casi
Secondo i recenti dati Inail le più colpite sono le lavoratrici. Gli esperti legali: "Impasse tra datore di lavoro a Ats non aiuta la situazione".
Treviso e provincia sono maglia nera (dopo Verona) con 2.278 casi, di cui 1.618 donne e 660 uomini, che descrivono un’incidenza del 17,9% sul totale regionale.
Contagi Covid-19 sul lavoro
Secondo il recente rapporto INAIL* appena presentato, i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro a livello nazionale hanno ormai superato la soglia dei 131.000 casi. In questo scenario il Veneto rappresenta il 9,7% dei casi sul totale nazionale, pari a 12.735 lavoratori contagiati. Di questi 9.388 sono donne (73,7%), mentre 3.347 (26,3%) sono uomini.
Treviso e provincia sono maglia nera (dopo Verona) con 2.278 casi, di cui 1.618 donne e 660 uomini, che descrivono un’incidenza del 17,9% sul totale regionale.
Il commento degli esperti
Una lettura del report, e del suo trend crescente, la forniscono gli esperti legali che osservano come nel rapporto azienda e lavoratore in materia di Covid vi sia un aspetto di criticità nel rapporto con le ATS, Agenzia di Tutela della Salute:
“L’impasse – spiega l’avvocato Irene Pudda di Rödl & Partner, esperta in privacy & labour compliance – è dovuta al fatto che il datore di lavoro non è autorizzato a comunicare ai colleghi il nominativo di un dipendente risultato positivo. L’azienda è tenuta a fornire all’ATS le informazioni necessarie perché quest’ultima possa assolvere ai compiti previsti dalla normativa emergenziale e, contemporaneamente, ha facoltà di domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, ma è l’ATS che ha la potestà di contattare i lavoratori per poi applicare le opportune misure di quarantena.”
Il rischio, così facendo, è che le aziende lascino operativi interi reparti o uffici con il pericolo di diffusione del virus, non solo tra i dipendenti che sono stati a contatto diretto con il soggetto contagiato, ma anche tra i loro famigliari e i conoscenti.
“Tuttavia non si può fare diversamente – chiarisce l’avvocato Pudda di Rödl & Partner – La procedura è volta a tutelare la privacy del lavoratore risultato positivo al coronavirus. Certo, come è facile immaginare, procedere alla disinfezione della postazione di lavoro, delle attrezzature utilizzate e degli spazi comuni frequentati dal dipendente, domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, nonché isolare o chiudere gli uffici in cui il dipendente ha lavorato garantendone allo stesso tempo la totale riservatezza è di difficile applicazione.”
I numeri per provincia
Nel dettaglio della rilevazione dell’INAIL in Veneto le denunce di infortunio causa Covid-19 sono per il 26,5% dei casi localizzate nella provincia di Verona con 3.377 infortuni, seguita da Treviso con 2.278 casi (17,9%), Vicenza con 2.187 (17,2%), Venezia con 1.912 casi (15%), Padova con 1.759 casi (13,8%), Belluno con 844 casi (6,6%), Rovigo con 378 casi (3%).
*FONTE: https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-veneto-scheda-regionale-covid-31-dicembre-2020.pdf