Anfore romane nello scavo a Oderzo, si ferma il cantiere
“Scoperte del genere aumentano la consapevolezza e la conoscenza del nostro territorio”, ammette il Presidente di Piave Servizi, Alessandro Bonet
Una piacevole sorpresa, ma soprattutto una scoperta inusuale per l’area Nord del territorio opitergino.
Anfore romane nello scavo a Oderzo, si ferma il cantiere
Cantiere sospeso in via Girardini e Tonello, a Oderzo. La motivazione? Nessun particolare intoppo o problema occorso durante l’intervento, bensì il ritrovamento di alcune anfore romane all’interno dello scavo, che hanno costretto l’impresa affidataria dei lavori, la Iside Snc di Fontanelle, a interrompere improvvisamente l’opera di ammodernamento delle fognature e informare la Soprintendenza.
Una piacevole sorpresa, ma soprattutto una scoperta inusuale per l’area Nord del territorio opitergino.
“Ritrovamenti del genere, negli anni, hanno riguardato in particolare le zone di Spinè, dell’ex stadio, via dei Mosaici e via Altinate – spiega l’ingegnere e direttore generale di Piave Servizi, Carlo Pesce, che martedì ha supervisionato lo scavo insieme a Maria Cristina Vallicelli, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso – Questa volta è diverso: le scoperte non avevano mai riguardato la zona settentrionale della città”.
Risalgono probabilmente al primo secolo dopo Cristo
Una giornata come tante. Gli operai stavano conducendo i lavori, quando del materiale rossiccio ha cominciato ad affiorare sopra la superficie. Giusto il tempo di posare gli attrezzi del mestiere e attendere l’arrivo dell’archeologa Claudia Pizzinato, per un primo sopralluogo.
La scoperta dei manufatti, probabilmente risalenti al primo secolo dopo Cristo, è utile a comprendere il pionieristico ingegno idraulico del tempo. Come spiega la Soprintendente, infatti, per i romani era pratica assodata collocare vespai di anfore capovolte per la bonifica dei terreni paludosi. Il fiume Monticano è vicino ai luoghi del ritrovamento e in mancanza di argini non è possibile escludere aree depresse.
Il metodo utilizzato dai romani, evidentemente esperti nel riciclo di materiali, rappresenta a ragion veduta un curioso primo approccio al concetto di sostenibilità: le anfore, realizzate dagli artigiani per conservare prevalentemente generi alimentari, divenute vecchie venivano letteralmente riutilizzate, per interventi di consolidamento del suolo, bonifiche di paludi, oppure nel settore dell’edilizia.
Il commento del presidente Bonet
Per riaprire, il cantiere di via Mosaici e Altinate aspetta l’avvenuta rimozione dei manufatti. I lavori alle fognature, dunque, ripartiranno indicativamente la prossima settimana.
“Il contesto nel quale è avvenuto il ritrovamento appartiene ai lavori pubblici, ma poco importa: scoperte del genere aumentano la consapevolezza e la conoscenza del nostro territorio – ammette con sincero stupore il Presidente di Piave Servizi, Alessandro Bonet – Adesso non ci resta che attendere la restaurazione delle anfore, che ci permetterà di approfondirne la storia e conoscerne la provenienza”.