Ca' Foncello

Treviso, l'operazione "estrema" salva la vita a un paziente con tre tumori e pluripatologie

Un intervento di grande rilievo clinico e scientifico all’Ospedale di Treviso dell’équipe di Chirurgia 2 del Ca’ Foncello.

Treviso, l'operazione "estrema" salva la vita a un paziente con tre tumori e pluripatologie
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La contemporanea presenza di tre tumori primitivi era aggravata dal diabete, da una grave patologia cardiaca, respiratoria e plurivascolare.

Treviso, l'operazione "estrema" salva la vita a un paziente

Intervento di grande rilievo clinico e scientifico all’Ospedale di Treviso dell’équipe di Chirurgia 2 del Ca’ Foncello, ad ulteriore dimostrazione della competenza multidisciplinare raggiunta dall’ospedale trevigiano.

Un paziente proveniente da altra regione, affetto da una grave forma tumorale del fegato compromesso da un’epatopatia cronica, presentava contemporaneamente altri due tumori primitivi coinvolgenti rispettivamente il pancreas e lo stomaco.

La contemporanea presenza di tre tumori primitivi era aggravata dal diabete, da una grave patologia cardiaca, respiratoria e plurivascolare. Il rischio intra e peri-operatorio aveva indotto i curanti ad escludere la possibilità di un approccio chirurgico ritenendo il paziente inoperabile.

La ricostruzione del professor Zanus

Nell’impossibilità di utilizzare terapie efficaci per trattare i tre tumori si è deciso presso la Seconda Chirurgia, diretta dal prof. Giacomo Zanus, di affrontare il rischio dell’intervento chirurgico, unica opzione in grado di fornire delle chances di sopravvivenza al paziente.

“Il tumore primitivo del fegato, un epatocarcinoma con localizzazioni multiple – spiega il prof. Zanus - si presentava in uno stadio avanzato e comprometteva ulteriormente un organo già minato con severa ipertensione portale ed elevato rischio di sanguinamento intraoperatorio. Nel pancreas ipofunzionante era presente una lesione in accrescimento dimensionale di tipo neuroendocrino mentre nello stomaco si era sviluppato un tumore del tipo GIST. L’intervento, estremamente complesso, è stato possibile solo grazie all’applicazione delle innovative tecnologie resettive recentemente introdotte nel blocco operatorio grazie alla collaborazione tra Ospedale ed Università. Fondamentale la gestione anestesiologica intraoperatoria da parte dell’equipe del dr. Antonio Farnia che ha garantito l’indispensabile stabilità emodinamica del paziente per le sette ore dell’intervento.

Il decorso post-operatorio è risultato particolarmente complesso per le gravi patologie che avevano compromesso la funzionalità epatica, cardiaca, respiratoria e vascolare: fondamentale nel percorso  riabilitativo il supporto indispensabile dell’équipe epatologica del dr. Stefano Benvenuti e della cardiologia del dr. Carlo Cernetti.

I controlli strumentali eseguiti successivamente all’intervento hanno confermato il pieno recupero clinico, in assenza di patologia tumorale. Lo straordinario risultato clinico di questo intervento – conclude Zanus - è stato possibile grazie alla lungimirante collaborazione tra Istituzioni, Ospedale ed Università, un lavoro di squadra che ha garantito disponibilità di risorse, tecnologia di ultimissima generazione e le più recenti acquisizioni della ricerca scientifica”.

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