Fanghi dell'Ilva all'ex cava "ai Ronchi" di Loria, Herambiente: "Non sono tossici né pericolosi""
Il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni: "Vanificati gli sforzi dei cittadini per vivere in un ambiente salubre". Ma arriva la precisazione della società che gestisce la discarica.
Il commento di Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, sul previsto arrivo a Loria, almeno fino al 2023, dei fanghi provenienti dall’acciaieria di Taranto, da stoccare nell’ex cava ai Ronchi.
LA PRECISAZIONE DI HERAMBIENTE: In merito alle dichiarazioni del consigliere regionale Andrea Zanoni, la società Herambiente, che gestisce la discarica di Loria, desidera chiarire che "le affermazioni riportate sulla tipologia dei rifiuti conferiti è totalmente errata. Quelli che nelle dichiarazioni vengono citati come “fanghi tossici” sono invece fanghi di altoforno non pericolosi, generati nel corso del processo di produzione della ghisa e derivanti dal trattamento e depurazione di polveri, e che presentano tutte le caratteristiche tecniche di sicurezza e idoneità per lo smaltimento controllato in discarica, come dimostrato da tutte le indagini analitiche periodiche effettuate sugli stessi".
I fanghi dell'Ilva all'ex cava "ai Ronchi" di Loria
“È paradossale che la provincia più riciclona d’Italia debba ricevere come ‘premio’ i fanghi tossici (tipologia contestata dalla società che gestisce la discarica, ndr.) dell’Ilva. Questo meccanismo deve essere assolutamente rivisto”.
A chiederlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, commentando il previsto arrivo a Loria, almeno fino al 2023, dei fanghi provenienti dall’acciaieria di Taranto, da stoccare nell’ex cava ‘ai Ronchi.
“Un’operazione avallata in pieno dalla Regione che ha steso il tappeto rosso all’arrivo di questi fanghi a Treviso, perché ha modificato i codici Cer della discarica”.
“Si tratta di rifiuti che hanno un carico tossico chimico (vedi sopra, ndr.) e, soprattutto, è assurdo che debbano essere stipati a 900 chilometri di distanza, attraversando tutta Italia su mezzi pesanti, creando quindi ulteriore inquinamento. Devono essere trovate soluzioni alternative e più sostenibili. Da anni la provincia di Treviso si distingue per gli ottimi dati sulla raccolta dei rifiuti: secondo il report di Legambiente Treviso è il Comune più riciclone d’Italia con una differenziata all’86,7%, Vedelago è il migliore in Veneto sopra i 15mila abitanti seguito da Preganziol e Paese: gli sforzi dei cittadini per vivere in un ambiente più salubre non possono essere vanificati importando tonnellate di rifiuti”.