Picchiato per pochi spiccioli in un parco pubblico: le "imprese" del baby branco finivano poi sui social
L'episodio risale al maggio scorso nell'area verde di Carbonera. Denunciati per rapina tre giovani stranieri.
Denunciati per rapina tre giovani che avevano aggredito un coetaneo al parco pubblico di Carbonera.
Picchiato per pochi spiccioli in un parco pubblico
I Carabinieri della Stazione di Silea, all’esito di specifiche indagini, hanno deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria, per il reato di rapina in concorso, tre giovani, un 18enne e un 20enne di origini albanesi e un 19enne di origini marocchine, tutti dimoranti nel trevigiano.
I fatti risalgono al 10 maggio scorso, quando, attorno alle 19, all’interno del parco pubblico di Carbonera un 17enne del posto che si trovava in compagnia della fidanzata, in attesa di un amico, veniva minacciosamente avvicinato da un gruppetto di alcuni ragazzi giunti in loco a bordo di biciclette.
La brutale aggressione
Il giovane adocchiato dal gruppetto tentava così di allontanarsi correndo ma veniva raggiunto nei pressi dell’accesso del parco nella via Tintoretto, ove uno degli aggressori, sferratogli un pugno, lo teneva fermo bloccandolo da dietro mentre gli altri amici gli sottraevano il portafoglio contenente, fortunatamente, solo documenti e poche monete, dalla tasca della giacca.
Solo l’intervento di una passante che urlava all’indirizzo degli aggressori di aver già chiamato le Forze dell’Ordine faceva allontanare a gran velocità gli stessi. I sanitari, giunti in loco, medicavano il malcapitato che per il trauma facciale patito rimediava alcuni giorni di prognosi.
Identificati i giovani malviventi
Nei giorni successivi un passante rinveniva, nei pressi del parco citato, il portafoglio rapinato, che veniva restituito al giovane possessore. Grazie soprattutto all’acquisizione, in collaborazione con la Polizia Locale di Carbonera, delle riprese degli impianti di videosorveglianza della zona del parco pubblico e alle descrizioni dei giovani aggressori fornite, i militari dell’Arma giungevano all’identificazione dei rei.
Pare che proprio il 18enne di origini albanesi del gruppetto fosse particolarmente attivo sui social nel “postare” azioni minacciose o di prevaricazione in genere.