Colline del Prosecco, il Paese fa sistema contro il Prosek
Montedoro: “Il tentativo di valorizzare in sinergia le Colline è conditio sine qua non per difendere ciò che rende distintivo e competitivo il nostro Made in Italy a livello internazionale”.
La conferenza stampa di oggi in Senato su iniziativa del Senatore Vallardi.
Colline del Prosecco, il Paese fa sistema contro il Prosek
“Oggi un’altra iniziativa di respiro nazionale che porta le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene al centro dell’attenzione. La sensibilità che dimostrano le Istituzioni verso il tema della tutela di un territorio oggi Patrimonio dell’Umanità è la conferma che il sistema Paese ha compreso quanto sia fondamentale valorizzare insieme ciò che il mondo ci invidia. In particolare quando parliamo delle nostre Colline, parliamo di un paradigma di biodiversità, di una viticoltura in gran parte eroica e sempre attenta alla sostenibilità, di cultura, di arte e di tradizioni che affondano le radici nella ruralità del Veneto. Valorizzare in sinergia questi patrimoni è oggi conditio sine qua non per difendere ciò che rende distintivo e competitivo il nostro Made in Italy a livello internazionale”.
Queste le parole di Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, intervenuta quest’oggi, martedì 14 giugno 2022, a Roma alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa voluta dal Presidente della Commissione Agricoltura del Senato Sen. Gianpaolo Vallardi (Lega) dal titolo: “Sinergia tra enti per diffondere la cultura del Prosecco in Italia e nel mondo e delle colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità”.
Un’occasione che ha visto riunirsi nella sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica tutto il ‘sistema Paese’ compatto, dal Sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Sen. Gian Marco Centinaio al Direttore Generale del Mipaaf, Giuseppe Ambrosio, fino ai principali rappresentanti dei Consorzi di Tutela del Prosecco: Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio Conegliano Valdobbiadene DOCG, Luca Giavi, Direttore generale del Consorzio di tutela Prosecco DOC e Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio Asolo Prosecco e Vini del Montello. Moderato dal giornalista Osvaldo Bevilacqua, l’incontro è stato l’occasione per ribadire in modo chiaro la netta contrarietà verso la richiesta della Croazia di far riconoscere la menzione Prosek come legittima, e la forte volontà di tutelare l’eccellenza tutta italiana del Prosecco e delle Colline Patrimonio dell’Umanità.
“Il Prosecco è l’ambasciatore delle eccellenze italiane in Europa e nel mondo - ha introdotto il Presidente Vallardi - ed è tanto apprezzato in ogni parte del globo da essere, fra i prodotti del Made in Italy, il più “copiato” ed oggetto dell’Italian Sounding, che invece va contrastato con determinazione e vigore. Le terre venete e friulane curano e perfezionano la coltivazione di quei tralci di vite per dare vita ad un tipo di vino sempre di altissima qualità, dal gusto raffinato e con la presenza di “quelle bollicine” conosciute nei cinque continenti. La dichiarazione di Patrimonio immateriale dell’Umanità dell’UNESCO delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene – ha concluso Vallardi - è il sigillo ufficiale ed internazionale di questo straordinario lavoro decennale, ed il tentativo di altri Stati – come la Croazia con la bevanda Prosek - di imitarne la denominazione non passerà mai, perché costituirebbe un inaccettabile colpo al cuore della più profonda tradizione enologica italiana”.
Dello stesso avviso anche il Sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Sen. Gian Marco Centinaio che ha tenuto a precisare che “il Prosecco registra uno straordinario successo in tutto il mondo ed è sempre più apprezzato. Anche i dati più recenti confermano che continua a trainare il nostro export vitivinicolo e la crescita delle bollicine italiane. Il riconoscimento da parte dell’UNESCO delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene come Patrimonio dell’Umanità certifica come questo vino sia legato al proprio territorio e lo identifichi, dando vita ad un connubio importante anche per l’enoturismo e la nostra economia. Nella difesa del Prosecco si è unito tutto il sistema Paese – ha sottolineato il Sottosegretario - Tante e tali sono le nostre ragioni che siamo convinti che il tentativo della Croazia di far riconoscere la menzione tradizionale Prosek non avrà seguito. L’Unione Europea – ha ricordato il Senatore - cadrebbe in profonda contraddizione con le sue politiche. E crollerebbe la protezione di tutte le denominazioni d’origine, non solo di quelle italiane”.
In serata, su iniziativa del Senatore Vallardi, la giornata si completerà con un’ “Apericena”, dove verrà proposta una degustazione di prodotti tipici del Veneto nella magnifica cornice di piazza del Pantheon, cui seguirà nel suggestivo Tempio di “Vibia Sabina e Adriano” a Piazza di Pietra, la proiezione di un viaggio virtuale attraverso le colline del Prosecco con brindisi finale sotto le stelle. Parteciperanno all’evento serale, tra gli altri: la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e il Ministro Erika Stefani.
Il commento di Zaia
“Il Prosecco è nostro, è simbolo della nostra viticoltura eroica, è una bandiera della nostra terra che non può essere imitato. Confermo che il nostro impegno ci sarà sempre a fianco di chi si batte per difendere un prodotto che è unico come il territorio su cui crescono i suoi vigneti. È una difesa della nostra storia e della nostra identità. A chi pensa di utilizzare il nome Prosek disinvoltamente, ricordiamo che il nostro Prosecco non è un vino nato pochi giorni fa a tavolino; è un vino che si identifica con la nostra cultura, il nostro lavoro e i nostri territori”.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta il progetto di aggregazione presentato oggi a Roma tra i vari portatori di interesse con obbiettivo la tutela del nome del Prosecco.
“Fare squadra è fondamentale per unire tutte le forze contro non solo la contraffazione ma anche la confusione di nomi e località di cui può approfittarsene qualcuno a danno dei nostri viticoltori e di una cultura enologica che da noi è di casa da secoli. Ribadisco il concetto più volte espresso: il Prosecco è tale perché c'è una riserva del nome con un decreto del 2009 che ho firmato io quand'ero ministro, riconosciuto dall'Europa, e c'è il pronunciamento dell'Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene".