L'approfondimento

Daniele il ciclista, Xhuliano il kick-boxer, Marco il lavoratore e "Orto" il campione di nuoto: le storie dei giovani morti a Godega

Uniti da anni, dai tempi delle elementari, fino all'ultimo, tragico giorno...

Daniele il ciclista, Xhuliano il kick-boxer, Marco il lavoratore e "Orto" il campione di nuoto: le storie dei giovani morti a Godega
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Erano giovanissimi i quattro ragazzi che ieri mattina, poco dopo le due, hanno perso la vita a causa di un incidente stradale nel territorio comunale di Godega di Sant'Urbano lungo via Cordignano, il nastro d'asfalto killer che già tre anni fa uccise due giovani, due 18enni trevigiani di San Fior. Giovani con tante passioni, amanti dello sport, della musica...

Strage di Godega, una tragedia annunciata?

Si conoscevano da tanti anni. Un'amicizia forte, solida, potente, che li ha sempre tenuti uniti, anche, purtroppo, nel giorno più brutto, quello dell'incidente stradale che li ha strappati agli affetti di amici e parenti. Insieme sempre, "Orto", Xhuliano, Marco, e Daniele, fino alle due di notte di ieri quando la loro auto ha sbandato andando a sbattere violentemente contro un platano e finendo, tragicamente ribaltata in un canale di scolo dell'acqua lungo quel nastro d'asfalto "killer" che già in passato aveva ucciso. Se ne sono andati così, purtroppo, in una notte d'estate, in quella estate da ricordare, quella della maturità, con un percorso da chiudere e tanti sogni nel cassetto...

Una tragedia, quella che si è consumata, di cui ovviamente i famigliari non si possono dare pace. Una strage su cui si indaga anche per comprendere se sia stato un errore fatale a portare l'auto fuori strada, oppure se si sarebbe potuto fare di più per rendere quel nastro d'asfalto sicuro, dato che in passato altri due giovani hanno perso la vita proprio in quel punto... I residenti della zona, anche quelli che vivono lungo l'arteria stradale da tanti anni, hanno riferito di aver assistito, purtroppo, a tanti sinistri, anche gravi. E forse questo avrebbe già dovuto "smuovere" le autorità competenti a realizzare degli interventi.

Ora ovviamente si dovranno accertare le cause dell'incidente. Di certo, come segnalato dai residenti, il tratto di strada in questione è pericoloso. Un lungo rettilineo e poi la curva secca a sinistra. Per questo erano stati chiesti dei dissuasori della velocità, proprio per evitare altri morti dopo i due giovani di San Fior che si erano schiantati in auto contro il platano precedente rispetto a quello colpito dai quattro giovani.

Ecco chi erano i quattro giovani

Quattro amici, quattro volti, quattro storie, quattro destini uniti anche nella tragedia. Dall'auto finita ribaltata nel canale di scolo è stato estratto Daniele De Re, residente a Cordignano, il più giovane del gruppo. Aveva un fratellino e la nonna, la mattina dopo l'incidente si è recata sul posto per riconoscere il cadavere del nipote. Avrebbe finito presto le scuole superiori all'istituto tecnico settore tecnologico Kennedy di Pordenone. Aveva una grande passione: il ciclismo.

Nella vettura c'era anche Xhuliano Kellici, residente anche lui a Cordignano, di origini albanesi più grande di un anno. Anche per lui a settembre si sarebbe aperto l'ultimo capitolo della scuola superiore, ma lui, diversamente da De Re, a Conegliano all'Ipsia. Appassionato di kick-boxing si è allenato fino a prima della pandemia Covid nella palestra Cobe Team.

Poi c'era Marco Da Re, residente a Caneva in provincia di Pordenone. A novembre avrebbe compiuto 19 anni. Orfano di padre da un paio d'anni, aveva già intrapreso la via del lavoro con uno stage all'interno di un'azienda di Orsago. Aveva raggiunto gli amici per trascorrere una serata all'insegna del divertimento.

I soccorritori, poi, hanno estratto l'ultimo occupante della vettura. Si tratta di Daniele Ortolan, per gli amici "Orto", residente a Orsago, iscritto al liceo scientifico Flaminio di Vittorio Veneto. Nuotava a livello agonistico con la società Nottoli Nuoto di Vittorio Veneto, era istruttore e durante la stagione estiva era impegnato come assistente bagnanti.

"Caro Daniele, o meglio...
Caro Orto, come ti abbiamo sempre chiamato tutti, difficile in questo momento esprimere il dolore che stiamo provando.
Non saremo mai sufficientemente grati di averti conosciuto, di averti visto crescere, di averti insegnato a nuotare, di averti visto diventare un Atleta, un istruttore, un assistente bagnanti e di aver portato con te in questo percorso anche i tuoi meravigliosi genitori.
Ciao Daniele, ci mancherai infinitamente.
Un CINQUE da tutti noi".

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