Addio a Carlo Pasin, storico ristoratore trevigiano: "Ha portato il radicchio nel mondo"
Se n'è andato a 79 anni il fondatore dell'osteria Alla Pasina di Dosson. Il commosso ricordo di Zaia: "Ha sempre creduto all'eccellenza della nostra terra".
Altro grave lutto nei giorni scorsi per la comunità trevigiana. Se n'è andato Carlo Pasin, storico ristoratore della Marca. Il commosso ricordo di Zaia.
Addio a Carlo Pasin, storico ristoratore trevigiano: "Ha portato il radicchio nel mondo"
“Ho avuto la fortuna di conoscere Carlo e di frequentarlo, e conoscendo la sua storia e la sua attività professionale posso dire che Carlo Pasin assieme ad altri pochi rappresenta la storia della ristorazione trevigiana. Amava ricordare che il suo maestro è Beppe Maffioli, ma il Maffioli oggi non sarebbe così famoso come, e lo stesso vale per Alfredo Beltrame, se non avesse avuto discepoli come Carlo e come altri della Marca trevigiana. Pasin ha saputo recepire gli insegnamenti di Maffioli e Beltrame, innovatori ed esaltatori della Marca trevigiana, e diventare egli stesso un maestro. Senza Pasin il corso avviato dai due grandi chef si sarebbe spento”.
Così il presidente della Regione del veneto Luca Zaia parla della scomparsa del noto cuoco trevigiano Carlo Pasin, fondatore dell’osteria Alla Pasina, scomparso sabato scorso all'età di 79 anni.
“Se c’è un fenomeno turistico e una visibilità internazionale di questa terra lo si deve a gente come Carlo che alla sua amata Teresa alla quale ha dedicato il nome del suo ristorante prima in centro a Dosson di Casier, e poi l’attuale sede, Alla Pasina, ovvero la moglie – prosegue Zaia - Oggi il mio pensiero va a Teresa che con lui ha formato una coppia invincibile e indissolubile, hanno attraversato mari in burrasca ma hanno sempre saputo crederci fino in fondo. Voglio portare le mie condoglianze oltre che a Teresa, anche a Simone e Nicoletta i due figli. Carlo ci mancherà”.
“Ero giovane assessore provinciale all’Agricoltura – ricorda infine Zaia - con Carlo abbiamo fatto le prime missioni del radicchio a Roma, sembrava quasi un’utopia, la discesa degli sprovveduti nella grande capitale per parlare di un prodotto che nessuno conosceva. Carlo ci credeva, è stato un grande ambasciatore. Allora non esisteva il Consorzio e nemmeno una promozione del prodotto, da vendite minimali solo per pochi intenditori Roma oggi è diventata una delle principali piazze in cui si vende. Carlo ha creduto prima di altri al suo territorio con i suoi prodotti e ha amato fino in fondo la nostra terra, la mia terra”.