Omicidio Vittorio Veneto, il delirio di Riccardo De Felice: "Quello non era il mio vero padre"
Confermata dal Gip di Treviso la custodia cautelare in carcere per il 24enne che ha ucciso (reo confesso) il padre.
La drammatica testimonianza dell'assassino (reo confesso) del padre a Vittorio Veneto. Per gli inquirenti un delirio paranoico.
Omicidio Vittorio Veneto, il delirio di Riccardo De Felice: "Quello non era il mio vero padre"
Il presunto movente dell'omicidio del padre, spiegato dall'assassino agli investigatori che lo hanno interrogato nei giorni scorsi, è quasi altrettanto agghiacciante del gesto stesso. "Non era il mio vero padre, anzi lui aveva fatto del male al mio papà biologico. Lo aveva assassinato".
Parole che gli inquirenti ritengono frutto di un delirio psicotico, quelle pronunciate da Riccardo De Felice, il 24enne di Vittorio Veneto che martedì 15 novembre ha ucciso (reo confesso) il padre nel salotto di casa, in via Rosolen a Vittorio Veneto. Tre coltellate alla gola per un parricidio che il giovane ha provato a motivare così di fronte alle domande degli inquirenti.
Insomma, una sorta di sconosciuto da "punire". In realtà Francesco De Felice era un militare di 56 anni andato da poco in pensione, che si era oltretutto distinto in numerose operazioni di pace. Ma nella testa del figlio era diventato qualcun altro. Idee definite dallo stesso Procurato dei Treviso, Marco Martani, "completamente slegate dalla verità dei fatti".
Un disagio psicologico crescente
Del resto Riccardo aveva già manifestato negli ultimi tempi un disagio psicologico evidente: di recente aveva anche perso il lavoro, manifestando depressione e intenti suicidi agli amici. La famiglia aveva anche cercato di aiutarlo, rivolgendosi a uno psicologo. Poi le cose sono improvvisamente precipitate, con silenzi e sbalzi d'umore improvvisi. Poi la fuga da casa. Era stato proprio il padre a ritrovarlo.
Ma il 24enne non era più lo stesso e pronunciava già frasi sconnesse, deliranti. Tanto che era già stato fissato un appuntamento da uno psichiatra. Ma il raptus di follia è arrivato prima e il padre è stato colpito prima con una sbarra alla testa, mentre dormiva sul divano, poi finito con tre coltellate.
Intanto, davanti al Gip di Treviso, Piera De Stefani, durante l'udienza di convalida, De Felice ha risposto a tutte le domande, con fare apparentemente calmo, ribadendo la "sua" versione del movente: "Quello non era il mio vero padre". La custodia cautelare in carcere è stata confermata.