Fatture per operazioni inesistenti e redditi "fantasma": maxi operazione delle Finanza
Tra i condannati figurano amministratori di imprese attive nei settori delle opere stradali, dell’ingegneria informatica, della lavorazione di prodotti tessili, del commercio di vetro, dell’agricoltura e della compravendita di autoveicoli
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, su delega della Procura della Repubblica presso il locale Tribunale, hanno dato esecuzione a sette distinti provvedimenti di confisca di beni, per un importo complessivo di circa 2,1 milioni di euro, in seguito alla condanna definitiva di altrettante persone, per reati tributari. I beni immobili e mobili confluiti nel patrimonio dello Stato consistono in 4 fabbricati, 5 veicoli, 2 partecipazioni societarie e disponibilità finanziarie.
Fatture per operazioni inesistenti e redditi "fantasma": maxi operazione delle Finanza
In dettaglio, i reati passati in giudicato sono in due casi l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un totale di 800 mila euro; in altri tre casi, l’omessa dichiarazione dei redditi ai fini delle imposte dirette e dell’I.V.A. per 387 mila euro; in un ulteriore caso, la dichiarazione fraudolenta di costi fittizi per 200 mila euro; infine, in un ultimo caso, l’omesso versamento dell’I.V.A. per circa 740 mila euro.
In merito ai profili dei condannati, è emerso che gli stessi, all’epoca dei fatti, erano amministratori di imprese attive nei settori delle opere stradali, dell’ingegneria informatica, della lavorazione di prodotti tessili, del commercio di vetro, dell’agricoltura e della compravendita di autoveicoli.
Con le condanne, sono state irrogate anche pene per complessivi 111 mesi di reclusione, diversamente distribuiti tra gli indagati secondo la gravità dei reati: si va da un minimo di 8 mesi a un massimo di 2 anni.
Per quanto riguarda gli immobili confiscati, si tratta di una villa e tre abitazioni residenziali, con relative pertinenze, tutte nella Marca; tra le autovetture, invece, spiccano una Bmw e una Nissan di recente immatricolazione.
L’intervento della Guardia di Finanza di Treviso, in sinergia con la locale Procura della Repubblica, dimostra che i responsabili delle condotte illecite, caratterizzate da evidenti vantaggi patrimoniali, vengono perseguiti non solo con pene afflittive a carattere personale, ma anche privandoli dei beni nella loro disponibilità, in misura equivalente all’ammontare dei proventi dei reati.