Quattro casi in tutto

Primo decesso dell'estate per West Nile in Veneto, c'è anche un Trevigiano positivo

La vittima è Gabriele Brazzo, 86enne padovano. Zaia: "Massima attenzione, ma nessun allarmismo"

Primo decesso dell'estate per West Nile in Veneto, c'è anche un Trevigiano positivo
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Nella giornata di venerdì scorso, 26 luglio 2024, si è spento Gabriele Brazzo, 86enne padovano che ha perso la vita a seguito di un'encefalite sviluppata dopo aver contratto la West Nile. Si tratta del primo decesso dell'estate in Veneto a causa del virus portato dalle zanzare. I casi, nella nostra Regione, sono in tutto quattro: uno riguarda un cittadino Trevigiano.

Primo morto di West Nile in Veneto nel 2024

Come raccontato da Prima Padova, a dare notizia del primo caso di decesso dell'estate in Veneto è il dottore Luca Sbrogliò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 6 Euganea.

Morto l'86enne Gabriele Brazzo

La vittima, deceduta per complicanze da meningoencefalite, è Gabriele Brazzo, 86enne di Candiana, ricoverato nei giorni scorsi all'ospedale di Schiavonia dopo essere risultato positivo al virus West Nile.

L'anziano, che godeva di buona salute, ha improvvisamente cominciato a non sentirsi bene, manifestando malesseri di nausea e vomito. Immediato quindi il ricovero in ospedale. Le sue condizioni si sono però gradualmente aggravate e l'86enne si è spento nel corso della giornata di venerdì 26 luglio 2024.

Gabriele Brazzo era papà di Chiara, ex sindaca di Candiana. Per diversi anni è stato dipendente della ditta Berto di Bovolenta. Dopo la pensione si è dedicato con passione al volontariato ed era una persona particolarmente conosciuta a Candiana.

Zaia: "Necessaria attenzione, ma nessun allarmismo"

A seguito della notizia della prima morte dell'estate di West Nile in Veneto, anche il Presidente Luca Zaia ha voluto rilasciare un commento sulla vicenda:

Senza allarmismi, ma è bene prestare maggiore attenzione alla diffusione delle malattie estive, penso soprattutto alla West Nile, la febbre tropicale che si diffonde con le punture delle zanzare. Nei fisici più deboli può essere molto pericolosa: si è registrata nelle scorse ore la prima vittima in Veneto di questa estate, e ci sono altre due persone attualmente ricoverate, sempre nel padovano. I nostri esperti hanno identificato focolai di zanzare infette nelle province di Rovigo, Venezia e Padova. È possibile, quindi, che i casi di West Nile aumentino. Il messaggio che deve passare, a tutela soprattutto di persone anziane, fragili e immunodepresse, è che è necessario proteggerci con repellenti e proteggere le nostre case attraverso zanzariere e misure di protezione. All’aperto in particolare, ma anche in casa e nei contesti domestici è fondamentale limitare le punture da parte delle zanzare".

I casi di West Nile in Veneto, inclusa la persona deceduta, sono quattro: tre a Padova (due ricoveri) e uno a Treviso (sintomatico ma trattato a domicilio).

“Faccio un appello anche agli enti locali – precisa ancora il Presidente Zaia –. Serve attuare e rafforzare tutte le misure di disinfestazione concordate con la propria Azienda ULSS di riferimento. Come del resto mi rivolgo ai cittadini: dobbiamo impegnarci anche nelle proprietà private a prestare massima attenzione, facendo sì che negli spazi privati si attuino le misure di disinfestazione, perché non si creino situazioni di rischio. Il rischio che portano con sé le zanzare è molto, molto elevato, soprattutto per la salute delle persone più fragili e immunodepresse. Dobbiamo impegnarci tutti per fare in modo che tale rischio sia ridotto".

West Nile: cos'è e come difendersi

Ma che cosa sarebbe, nello specifico, la Febbre del Nilo e quali sono le precauzioni da considerare per difendersi da un eventuale infezione?

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

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