La sentenza

Uccise il padre per proteggere la madre: la Fassa Bortolo gli ha pagato la difesa e ora gli offre anche un lavoro

Colpito dalla storia e dal rischio di una condanna pesante per mancanza di una difesa adeguata, il patron della Fassa Bortolo aveva preso in carico le spese legali per sostenerlo

Uccise il padre per proteggere la madre: la Fassa Bortolo gli ha pagato la difesa e ora gli offre anche un lavoro
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Alex Cotoia, il giovane di Collegno che ha ucciso il padre violento Giuseppe Pompa nell’aprile 2020, è stato assolto lunedì 13 gennaio 2025, dalla Corte d’assise d’appello di Torino nel processo d’Appello bis. La sentenza conferma quanto stabilito nel primo grado di giudizio del novembre 2021, accogliendo la tesi della legittima difesa sostenuta dai suoi avvocati. Ma dietro questa sentenza c'è anche una "mano trevigiana", quella di Paolo Fassa, patron della Fassa Bortolo, che, commosso dalla storia di Alex, ha sostenuto le spese legali del giovane.

Uccise il padre per proteggere la madre

Come riporta Prima Torino, il giorno dell’omicidio, il 30 aprile 2020, Giuseppe Pompa aveva spiato la moglie al lavoro e si era infuriato perché un collega le aveva appoggiato una mano sulla spalla.

"Dopo averla chiamata 101 volte al telefono, non appena mia madre era rientrata a casa, lui l’aveva aggredita, sembrava indemoniato - hanno sempre raccontato Alex e Loris - Pensavamo che ci avrebbe ammazzati tutti".

Alex, ai giudici e ai Carabinieri, ha sempre ribadito di aver agito per difendere la madre. Spiegando come avrebbe anticipato la mossa del padre che stava andando in cucina per prendere un coltello. Tesi sostenuta anche dal fratello Loris e dalla signora Cotoia.
I due fratelli, di quel genitore violento, non vogliono più saperne. Entrambi hanno cambiato cognome.

Alex Cotoia assolto in appello bis

Durante il processo, il procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi aveva chiesto 6 anni e 2 mesi di reclusione, cercando di dimostrare l’assenza di una reale minaccia al momento del delitto. Tuttavia, la Corte ha respinto questa tesi, confermando che Alex ha agito per legittima difesa.

La lettura della sentenza, giunta dopo tre ore di camera di consiglio, è stata accolta con emozione da Alex, che ha dichiarato:

"Sono ancora frastornato. Quando i giudici hanno letto la sentenza mi sono voltato verso i miei avvocati per capire meglio. Ora devo metabolizzare, io metabolizzo sempre dopo. Festeggerò con Zoe, la mia cagnolina."

Il sostegno del patron della Fassa Bortolo

Emozione e soddisfazione per l' assoluzione di Alex Cotoia, anche da Paolo Fassa, patron dell’azienda Fassa Bortolo. L’imprenditore trevigiano, che aveva finanziato le spese legali del giovane, si è detto felice per la conclusione della vicenda, affermando:

"Non ho mai dubitato della sua innocenza".

Paolo Fassa

Fassa aveva deciso di aiutare Alex dopo aver ascoltato in tv i racconti dei suoi insegnanti, che lo descrivevano come un ragazzo educato e paziente. Colpito dalla storia e dal rischio di una condanna pesante per mancanza di una difesa adeguata, l’imprenditore aveva preso in carico le spese legali per sostenerlo.

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