Bimba morta a un anno e mezzo: sospetto caso di sindrome del bambino scosso
La Procura di Treviso indaga, potrebbe non esser stato un caso di malore improvviso
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Un dramma familiare che si tinge di nuovi inquietanti dettagli. La morte della piccola Lavenda Odiode, la bambina di Montebelluna di 17 mesi deceduta il 3 gennaio scorso dopo alcuni giorni di ricovero all'ospedale di Padova, potrebbe essere stata causata dalla sindrome del bambino scosso. La Procura di Treviso ha aperto un'inchiesta e i genitori risultano indagati per omicidio preterintenzionale.
La morte della piccola Lavenda e il sospetto di sindrome del bambino scosso
Il malore che ha colpito Lavenda è avvenuto nelle prime ore del 30 dicembre. La madre, accortasi che la bambina in culla non respirava più, ha dato l'allarme. Il vicinato, richiamato dalle grida di disperazione della donna, ha assistito all'intervento dei sanitari del Suem 118, che hanno immediatamente attivato i soccorsi, compreso l'elicottero per il trasporto d'urgenza all'ospedale di Padova. In un primo momento si era ipotizzata un'apnea notturna seguita da arresto cardiaco, ma i medici hanno presto sollevato dubbi sulla reale causa del decesso.
L'indagine e gli accertamenti
A insospettire gli specialisti sono state alcune lesioni cerebrali compatibili con la sindrome del bambino scosso, un trauma che può verificarsi quando un neonato viene scosso con forza.
In questi casi, il cervello, ancora fragile e con una struttura ossea poco sviluppata, subisce movimenti bruschi che possono provocare danni irreparabili. L'autopsia iniziale non ha evidenziato segni macroscopici di violenza, ma ulteriori analisi sono in corso per stabilire se la piccola abbia subito un trauma non accidentale.
Cos'è la sindrome del bambino scosso e perché si verifica
La sindrome del bambino scosso si verifica quando un bambino di età inferiore ai due anni viene scosso con forza, solitamente in un momento di forte stress o esasperazione da parte dei genitori o di chi se ne prende cura. La testa di un neonato è grande e pesante rispetto al corpo, e i muscoli del collo non sono ancora sufficientemente sviluppati per stabilizzarla. Un movimento brusco può provocare un forte impatto del cervello contro le pareti del cranio, causando emorragie cerebrali, danni neurologici permanenti o, nei casi più gravi, la morte.
Questa sindrome è spesso associata a situazioni di stress e frustrazione genitoriale, come il pianto inconsolabile del bambino, la privazione del sonno o difficoltà economiche e familiari. Spesso chi compie il gesto non è pienamente consapevole delle conseguenze devastanti di un simile comportamento.
Comunità in lutto e indagini in corso
La famiglia della bambina è molto conosciuta nel quartiere San Gaetano di Montebelluna, dove viveva. Dopo la tragedia, il sindaco Adalberto Bordin aveva promosso una raccolta fondi per sostenere le spese del funerale, celebrato con rito pentecostale. I genitori, di origine nigeriana, erano stati informati di essere indagati già il 16 gennaio, in concomitanza con l'autopsia, alla quale hanno partecipato con un loro consulente.
Attesa per i risultati definitivi sull'ipotesi di sindrome del bambino scosso
Per stabilire con certezza la causa del decesso di Lavenda si dovranno attendere gli esiti di ulteriori esami, tra cui verifiche genetiche e approfondimenti istologici sui tessuti prelevati. Solo al termine di queste analisi la Procura di Treviso potrà decidere se formalizzare l'accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti dei genitori o se archiviare il caso.
Nel frattempo, l'episodio riaccende i riflettori sulla necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla sindrome del bambino scosso, una problematica purtroppo ancora poco conosciuta ma con conseguenze devastanti sui più piccoli.
Emanuele Manfredo Fioravanzo