Omicidio Vincenza Saracino: il Venezuela ha negato l'estradizione del killer Luigi Fazio Nasato
Il motivo è da collegare alla sua doppia cittadinanza: il suo status di cittadino venezuelano è prevalente sul passaporto italiano

Il delitto e poi la fuga, prima in Spagna e poi in Venezuela, la sua patria. E' lì che Luigi Fazio Nasato, 33 anni, è stato intercettato e arrestato lo scorso 30 settembre 2024, quasi tre mesi dopo l'efferato omicidio di Vincenza Saracino, uccisa con cinque coltellate in un casolare abbandonato in via Maleviste a Canizzano (Preganziol).
Da quel momento, i familiari della 50enne sono rimasti in attesa della notizia dell'estradizione di Nasato, in modo tale che potesse essere giudicato da un tribunale italiano. Tale circostanza, purtroppo, è sfumata proprio nei giorni scorsi, col no definitivo della Corte di Cassazione venezuelana. L'estradizione del 33enne, che ha doppia cittadinanza, è stata negata perché il suo status di cittadino venezuelano è prevalente sul passaporto italiano. Nasato sarà quindi processato in Venezuela.
Esito prevedibile
Come riferito dal Procuratore della Repubblica Marco Martani ad Antenna Tre, la mancata estradizione di Nasato non rappresenta qualcosa di eccezionale, ma anzi rientra "nell'ordine delle cose". Tale esito, infatti, era piuttosto prevedibile perché, mentre nell’area Schengen tutto viene superato da un mandato di arresto europeo, ben pochi paesi, fuori dall’Europa, acconsentono all’estradizione di un proprio cittadino.
Le autorità venezuelane hanno comunicato che il processo a Nasato si svolgerà nel loro Paese e che prenderà in esame il fascicolo di indagine italiano che sarà trasmesso alla Procura locale. Martani ha però sottolineato che, laddove fosse necessario, "siamo pronti a predisporre una rogataria internazionale per far sentire eventuali testi ritenuti fondamentali".
Anche i familiari di Vincenza Saracino, difesi dall'avvocato Luigi Fadalti, hanno vissuto questi mesi consapevoli delle bassissime possibilità di un'estradizione di Nasato. Il legale ha riferito che i suoi assistiti sono ancora fortemente scossi dall'accaduto e che al momento dovrà confrontarsi con loro sul dà farsi: "In questo momento non posso e non so dire se i parenti si faranno seguire da un avvocato del posto".
La morte di Vicenza Saracino
Vincenza Saracino, che lavorava come commessa nel sexy shop De Sade del marito Fabio Stefanato, è stata uccisa lo scorso 2 luglio 2024. Il suo corpo senza vita è stato rinvenuto il giorno dopo in un casolare abbandonato in via Maleviste a Canizzano, a circa un centinaio di metri di distanza da casa sua.
Le ultime immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona la ritraggono sulla sua bici, affiancata proprio da Nasato, anch'egli in sella a una bicicletta. Poi i due entrano nel casolare, dal quale però uscirà solo il 33enne. La 50enne è stata uccisa con cinque coltellate tra collo e mandibola.
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Fin dalle ore successive all'accaduto, Luigi Fazio Nasato si è mosso per abbandonare l'Italia. Il 3 luglio, infatti, si è fatto accompagnare all'aeroporto di Venezia per prendere un volo per Madrid, da lì poi è riuscito a raggiungere il suo Paese natale.
Il 30 settembre scorso, invece, Nasato è stato localizzato a Maracay nello Stato di Aragua e arrestato grazie all’azione coordinata della IIa Divisione Interpol, dell’Unità di Informazione Passeggeri e dell’esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale della Polizia Criminale in Venezuela.
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Gli inquirenti sono riusciti a fare il punto sulla sua posizione, raccogliendo elementi fondamentali ad accusarlo di omicidio volontario, a cui la Procura di Treviso ha aggiunto anche l’aggravante dei futili motivi. Alla base del delitto, quindi, ci sarebbero stati dei piccoli screzi tra Vincenza e Nasato, che tra l'altro si conoscevano perché erano vicini di casa ed avevano un rapporto amichevole.
Dalle testimonianze raccolte, sarebbe emerso che nella famiglia del 33enne italo-venezuelano le liti erano all'ordine del giorno, circostanze per cui in alcuni casi sono dovute intervenire le Forze dell'ordine per placarle. Anche Vincenza in alcune occasioni era stata sentita dalle autorità come persona informata dei fatti. Agli occhi di Nasato, quel tipo di testimonianza della 50enne potrebbe aver rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendolo poi a impugnare il coltello contro di lei.