Guardia di Finanza

Caporalato, violazioni fiscali e sulla sicurezza: sequestrati due laboratori, uno di packaging e l'altro tessile

Sequestri, denunce, evasione e concorrenza sleale al Made in Italy nelle due attività in capo a due imprenditori stranieri

Caporalato, violazioni fiscali e sulla sicurezza: sequestrati due laboratori, uno di packaging e l'altro tessile
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La Guardia di Finanza di Treviso, nell'ambito delle operazioni tese a tutelare il Made in Italy, comunica di aver sequestrato un laboratorio di packaging ed un laboratorio tessile gestiti da imprenditori stranieri.

Controllo integrato

Con il supporto di S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro, A.R.P.A.V. e Vigili del Fuoco, nonché con il contributo dei comuni interessati, infatti, ha eseguito dei quattro controlli integrati presso altrettante aziende manifatturiere del trevigiano con sedi tra i comuni di Treviso, Istrana, Preganziol e Silea.

Le contestazioni

In due laboratori, rispettivamente di circa 330 e 280 metri quadri, sono state riscontrate:

  • condizioni di degrado e pericolo, con impiego di tre lavoratori in nero, di cui due clandestini;
  • violazioni delle norme in materia urbanistica;
  • irregolarità così gravi che hanno indotto i finanzieri del Gruppo di Treviso a sequestrare d’urgenza i due immobili (del valore complessivo di 240 mila euro), 32 macchinari e 32 banchi da lavoro (del valore di 45 mila euro).

L'operato è stato poi convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Treviso.

Gli amministratori di tutte le quattro imprese, però, di nazionalità straniera, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Treviso per:

  • violazione delle norme volte a prevenire gli incendi e gli infortuni sui luoghi di lavoro;
  • esecuzione di opere edili abusive;
  • impiego di manodopera clandestina.
Intervento della guardia di finanza

Per quanto concerne la prevenzione degli incendi, le violazioni riscontrate hanno riguardato l’assenza della cartellonistica indicante le vie di esodo, l’omessa manutenzione degli estintori e l’impraticabilità delle uscite di emergenza.

Altre violazioni

A queste si sono aggiunte violazioni alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, tra cui la carenza di presidi di assistenza medica d’emergenza e la presenza di macchinari sprovvisti di sicurezze negli organi mobili.

Quanto alla materia urbanistica, è emerso, grazie alla collaborazione fornita dall’ufficio edilizia del comune di Treviso, che nel laboratorio tessile erano state realizzate tre stanze abusive, di cui due adibite a dormitorio dove riposavano alcuni dei dipendenti tra un turno di lavoro e l’altro, motivo per cui il datore di lavoro è stato anche segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di caporalato.

È stata anche riscontrata una violazione in materia di smaltimento rifiuti in quanto una delle ditte tessili verificate era priva del contratto per il conferimento degli scarti tessili.

Identificati lavoratori irregolari

Al momento degli accessi, altresì, sono stati identificati tre lavoratori irregolari, due dei quali privi del permesso di soggiorno ed il datore di lavoro è stato denunciato per impiego di manodopera clandestina.

La furbata delle aziende apri e chiudi

Infine, l’approfondimento della posizione fiscale di uno dei due laboratori tessili sequestrati ha fatto emergere pendenze tributarie per circa 3 milioni di euro da parte delle 16 ditte, tutte amministrate da stranieri, che, a decorrere dal 2012, li hanno gestiti: vere e proprie imprese “apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita ad hoc, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo il nome e la partita IVA.

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