Helen Comin, morta dopo un intervento al seno: due medici indagati per omicidio colposo
Il chirurgo plastico è indagato anche di falso ideologico per aver omesso, secondo gli inquirenti, la corretta registrazione nella cartella clinica di due potenti farmaci: il Sufentanil, un oppiaceo sintetico, e il Propofol, noto sedativo ipnotico

Un errore nella somministrazione dei farmaci e un’assistenza post-operatoria ritenuta inadeguata. Per gli inquirenti sarebbero questi i motivi alla base della morte di Helen Comin, 50 anni, madre di quattro figli, deceduta il 10 settembre 2024 a seguito di un intervento di chirurgia estetica in una clinica privata di Castelfranco Veneto.
Due medici indagati per omicidio colposo
Ora la Procura di Treviso ha chiuso le indagini preliminari, iscrivendo nel registro degli indagati due medici con l'accusa di omicidio colposo.
Si tratta del chirurgo plastico di 65 anni e l’anestesista anch’egli 65enne. Per il chirurgo l’accusa si aggrava ulteriormente: dovrà rispondere anche di falso ideologico per aver omesso, secondo gli inquirenti, la corretta registrazione nella cartella clinica di due potenti farmaci: il Sufentanil, un oppiaceo sintetico, e il Propofol, noto sedativo ipnotico.
Helen Comin, morta dopo un intervento al seno
L’intervento, eseguito il 5 settembre, sembrava inizialmente riuscito. Ma poco più di un’ora dopo l’operazione, Helen Comin è stata colpita da un arresto cardiaco. Le manovre rianimatorie eseguite dal personale della clinica prima, e dai sanitari del 118 poi, hanno permesso di stabilizzarla e trasferirla all’ospedale di Castelfranco, dove però è entrata in coma ed è morta cinque giorni più tardi.

Secondo il pubblico ministero Giovanni Valmassoi, la causa del decesso sarebbe una grave depressione respiratoria indotta dal mix dei due farmaci, somministrati senza un adeguato monitoraggio post-operatorio. Un effetto collaterale noto e potenzialmente letale, capace di compromettere il controllo autonomo del respiro.
Stando all’accusa, l'anestesista avrebbe autorizzato la somministrazione del Sufentanil, in associazione con il paracetamolo – e successivamente del Propofol, senza predisporre una sorveglianza intensiva, nonostante i rischi ben documentati. Al chirurgo, invece, viene contestata l’assenza di una camera di osservazione attrezzata e presidiata da personale medico e infermieristico qualificato.
Gli atti di chiusura delle indagini sono stati notificati nei giorni scorsi. Ora i due indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati. La Procura si prepara poi a formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio.