Delitto di Paderno

Omicidio Bledar Dedja, il reo confesso 19enne evita la condanna e ottiene la messa alla prova

Il giovane, uscito ad aprile dal carcere minorile dopo oltre un anno di custodia cautelare, sarà ora inserito in un percorso di rieducazione in comunità, con un programma stabilito dal tribunale

Omicidio Bledar Dedja, il reo confesso 19enne evita la condanna e ottiene la messa alla prova
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Ha ottenuto la messa alla prova, evitando così una condanna penale, il 19enne (all'epoca dei fatti minorenne) reo confesso dell'omicidio di Bledar Dedja, l’operaio albanese di 39 anni ucciso a coltellate il 20 gennaio 2024 in un’area boschiva di Pieve del Grappa, in provincia di Treviso.

Il giovane, uscito ad aprile dal carcere minorile dopo oltre un anno di custodia cautelare, sarà ora inserito in un percorso di rieducazione in comunità, con un programma stabilito dal tribunale. Se il percorso sarà completato con successo, il reato (omicidio volontario aggravato dalla premeditazione) verrà estinto.

Il giovane reo confesso ottiene la messa alla prova ed evita la condanna

Secondo le legali del giovane, le avvocate Elisa Berton ed Elena Benvegnù, non ci sarebbe stata né una relazione tra la vittima e l’imputato né elementi di premeditazione o vendetta.

Parlano invece di un incontro casuale, per un chiarimento finito tragicamente in una colluttazione. Fondamentale è stata anche la perizia psichiatrica che ha riconosciuto nel giovane uno stato di seminfermità mentale, e il successivo parere favorevole degli organi giudiziari minorili, che hanno ritenuto il ragazzo idoneo a un percorso di recupero sociale e psicologico.

Il delitto

La vittima, Bledar Dedja, operaio albanese di 39 anni, è stato ucciso con diverse coltellate in un’area boschiva di Paderno del Grappa il 20 gennaio 2024. Il corpo è stato ritrovato nascosto tra la vegetazione.

Le indagini inizialmente avevano ipotizzato un ricatto a sfondo sessuale come movente dell’omicidio, dato che Dedja aveva frequentazioni omosessuali non dichiarate e che i due si erano conosciuti in un contesto scolastico-lavorativo. La difesa ha sempre negato questa dinamica.

Il giovane ha inferto diversi colpi con un coltello, ferendosi a una mano durante l’aggressione. Dopo il delitto, è fuggito ed è poi rientrato a casa, passando dal pronto soccorso. Il corpo della vittima è stato ritrovato il giorno dopo nascosto in un bosco.

Le indagini, avviate dai carabinieri e coordinate dalla Procura minorile di Venezia, hanno portato all’arresto del ragazzo circa un mese dopo l’omicidio.

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