Nella giornata di martedì 9 settembre 2025, un 40enne ha aggredito un 70enne nella sala d’attesa dell’Ospedale di Treviso e perciò il Direttore generale, Francesco Benazzi, ha contattato il Prefetto per attivare un presidio della Polizia fisso.
L’aggressione in sala d’attesa
Era martedì pomeriggio quando, un 40enne con disturbi psichici ha iniziato a sferrare calci e pugni a un 70enne, parente di un altro paziente, mentre aspettava in sala d’attesa. Come se ciò non bastasse, ha poi colpito in pieno volto Gianluca Martin, un infermiere e segretario provinciale della Fials. Il colpo gli ha causato un trauma mandibolare con sette giorni di prognosi.
Alla notizia, la Fials di Treviso ha voluto esprimere il proprio sostegno all’infermiere scrivendo su Facebook:
“La Segreteria e il Consiglio Direttivo FIALS di Treviso esprime solidarietà al nostro Segretario Generale Gianluca Martin.
Tolleranza ZERO verso chi aggredisce il personale della sanità che quotidianamente svolge il proprio lavoro con dedizione e professionalità.
FIALS è – e sarà sempre – in prima linea per arginare questo triste fenomeno, purtroppo sempre più in aumento”.
Presidio della Polizia in ospedale e braccialetti anti-aggressione
Per questo motivo, il giorno successivo all’aggressione, il Dg Benazzi si è incontrato con i sindacati per studiare una possibile soluzione. Probabilmente, l’idea è stata quella di introdurre un presidio della Polizia all’interno dell’ospedale, proposta appoggiata anche dal centrodestra del Comune di Treviso.
Il Direttore ha voluto sottolineare che, attualmente, si sta valutando di inserire almeno un uomo per turno visto che l’80% del personale sanitario è composto da donne. Inoltre, ha specificato che, nonostante degli Agenti lavorino già all’interno dell’ospedale, come servizio di sorveglianza, se fossero presenti anche nella zona del pronto soccorso avrebbero un effetto di deterrente.
Nel frattempo, l’Usl della Marca aspetta l’arrivo dei 300 braccialetti anti-aggressione per gli operatori sanitari che hanno acquistato da Azienda Zero. Nello specifico, si tratta di speciali “orologi” che permettono al personale sanitario di segnalare situazioni di pericolo e, nel caso in cui non facessero in tempo, analizzerebbe i movimenti anomali per inviare la segnalazione in maniera autonoma.