Camere da letto, bagni e studi medici: spazi privati che dovrebbero restare inviolabili si trasformano invece in set inconsapevoli di video hard.
La scoperta, firmata ancora una volta dall’azienda di Treviso, Yarix (Var Group), svela uno scenario inquietante: altri dieci siti web ospitano migliaia di filmati rubati dalle telecamere di sicurezza, accessibili a chiunque abbia la curiosità – e il denaro – per guardare.
Immagini intime rubate dalle telecamere e diffuse online, scoperti altri 10 siti
Le indagini di Yarix, centro di competenza per la cybersecurity di Var Group, hanno portato alla luce a fine agosto un portale del clear web con migliaia di registrazioni rubate.
Il sito, registrato alle Isole Tonga, era attivo almeno da dicembre 2024. Al suo interno erano raccolte migliaia di registrazioni audio-video, principalmente a sfondo sessuale, trafugate da oltre 2.000 videocamere di sorveglianza in abitazioni private, centri estetici e studi medici.
Il portale consentiva di vedere gratuitamente estratti dei filmati e, a pagamento, di acquistare l’accesso diretto alle videocamere compromesse, in alcuni casi con oltre 20.000 visualizzazioni.
Un primo risultato è arrivato poco dopo la denuncia: i video provenienti dall’Italia erano stati rimossi, e il sito insieme al relativo canale Telegram è stato chiuso il 12 settembre 2025. Ma l’oscuramento non ha fermato il fenomeno.
L’indagine si allarga: scoperti dieci nuovi portali
Le nuove verifiche di Yarix hanno portato alla luce almeno dieci ulteriori siti, sempre registrati all’estero, che replicano lo stesso modello: clip gratuite per incuriosire, poi abbonamenti o accessi singoli a partire da 20 fino a 600 dollari per prendere visione delle registrazioni o addirittura entrare in diretta nelle videocamere.
Le transazioni avvengono via Telegram bot, con pagamento in criptovalute, un sistema che rende quasi impossibile tracciare i fruitori. La nuova mappa di siti è solo la punta dell’iceberg.
Molte piattaforme non sono indicizzate dai motori di ricerca e circolano esclusivamente tramite chat chiuse e sistemi di messaggistica, alimentando un mercato clandestino che genera profitti milionari e si regge sul voyeurismo digitale.