Veneto

Tra Treviso e Vicenza, due morti in ospedale: indagati medici per errori e lesioni

Treviso e Vicenza sotto i riflettori: Albino Cadorin e Matteo Bertoldo deceduti dopo interventi e visite ospedaliere; Procure chiedono rinvii a giudizio

Tra Treviso e Vicenza, due morti in ospedale: indagati medici per errori e lesioni

Due casi drammatici negli ospedali veneti hanno portato due volte i riflettori della giustizia sui medici. A Vittorio Veneto, il 12 marzo 2023, Albino Cadorin, 71 anni, residente a Rugolo di Sarmede, è morto per complicazioni post-operatorie dopo un intervento di colecistectomia laparoscopica.

A Santorso, invece, il 26 gennaio 2024, Matteo Bertoldo, 38 anni, tecnico di Piovene Rocchette, è deceduto per un’emorragia improvvisa, nonostante quattro visite ospedaliere nell’arco di una settimana per una cisti infiammata all’inguine.

Vittorio Veneto: operazione con un solo chirurgo e accuse di falso

Per la morte di Cadorin, la Procura di Treviso ha chiesto il rinvio a giudizio per due medici dell’Ospedale di Vittorio Veneto: il primario, 65enne di Cordignano, e un chirurgo, 54enne di Padova, difesi dall’avvocato Luigi Fadalti.

Albino Cadorin “Bino”

Secondo l’accusa, il primario avrebbe consentito l’operazione con un solo chirurgo, violando i protocolli, mentre il chirurgo avrebbe provocato due gravi lesioni: la chiusura dell’arteria epatica e una lesione alla via biliare, con conseguente insufficienza renale e sindrome epatorenale. Entrambi sono anche accusati di falso nei verbali operatori. L’udienza preliminare è fissata a novembre davanti al giudice Cristian Vettoruzzo.

Santorso: quattro visite senza intervento risolutivo

Nel caso di Bertoldo, i medici dell’Ospedale di Santorso sono indagati per negligenza dopo che l’uomo, recatosi più volte in pronto soccorso tra il 19 e il 26 gennaio 2024, è deceduto per un’emorragia improvvisa.

Matteo Bertoldo

Nonostante le medicazioni e le visite, la situazione clinica del paziente non è stata risolta tempestivamente. L’indagine è coordinata dal pubblico ministero Paolo Fietta, mentre la famiglia, assistita dall’avvocato Andrea Massalin, segue gli sviluppi giudiziari.

Questi due episodi hanno suscitato profonda preoccupazione nelle comunità locali di Rugolo di Sarmede e Piovene Rocchette, sollevando interrogativi sull’organizzazione dei reparti ospedalieri e sulla gestione delle emergenze.