Mercoledì 17 settembre 2025, al Tribunale dei Minori di Venezia, si è svolta l’udienza preliminare sulla posizione di un ragazzo di 15 anni che, lo scorso 12 dicembre 2024, ha partecipato all’aggressione costata poi la vita al 22enne Francesco Favaretto, raggiunto da percosse e colpi di arma da taglio.
Per gli inquirenti è maturo
Nell’aula del Tribunale è stato ascoltato l’esito di una perizia psichiatrica volta a stabilire il grado di maturità del minorenne, sotto indagine perché avrebbe inferto alla vittima un “colpo al torace sinistro”, brandendo un coccio di vetro usato come un tirapugni. Per il consulente della Procura, il 15enne sarebbe maturo e ciò determinerebbe capacità di intendere e di volere.
La perizia era stata richiesta a seguito di un esame del consulente di parte Giuseppe Sartori, professore all’Università di Padova e massimo esperto di neuropsicologia/psicopatologia forense, il quale aveva riferito di una personalità spiccatamente immatura del 15enne.
La difesa: “Colpi alla schiena, non al collo”
Nell’udienza preliminare dello scorso maggio, il legale del minorenne, l’avvocato Fabio Crea, aveva mostrato il video dell’aggressione, puntando l’attenzione sulla ferita al collo di Favaretto, poi letale, e evidenziando che il colpo non sarebbe stato inferto dal suo assistito.
Oltre a ciò, l’avvocato Crea ha riferito che il 15enne, come anche dichiarato da lui stesso durante l’interrogatorio di marzo, avrebbe attaccato Favaretto nella parte bassa della schiena, colpi che, come riportato dall’autopsia, dal punto di vista clinico sono risultati ininfluenti a provocare il decesso.
Ammesso al rito abbreviato, ma nuova consulenza
Per questo motivo, l’avvocato ha richiesto che il suo assistito venisse ammesso al rito abbreviato, circostanza che comporterebbe uno sconto di pena.
Il Gup Patriza Botteri, nell’udienza del 17 settembre, ha dato parere positivo, accogliendo la richiesta, ma sottoponendo il 15enne, che deve rispondere di omicidio volontario e rapina aggravata in concorso, a una nuova consulenza sulle cause della morte di Favaretto. Tale esame sarà affidato al medico legale Antonello Cirnelli, che sarà ascoltato nell’udienza del prossimo 24 settembre 2025.
Chi sono gli altri arrestati e indagati
Il pm Giulio Caprarola, intanto, è sul punto di chiudere le indagini sul caso Favaretto, notificando gli atti entro una settimana. Insieme al 15enne, lo scorso giugno sono stati arrestati altri quattro minorenni.
Si tratterebbe di due ragazzi e due ragazze, tutti italiani di seconda generazione, tranne un giovane moldavo cresciuto in Italia, accusati, a vario titolo, di omicidio, concorso in omicidio e, per tre di loro, anche di concorso in rapina. I quattro sono stati collocati in comunità, tra Veneto, Campania e Calabria.
Ma il numero degli arresti totale è di otto: insieme ai minori sopracitati, infatti, nei mesi precedenti sono stati fermati e portati in carcere Angelo Riccardo Ozuna, 18enne operaio di Villorba, Toluwaloju Ade Mclinkspual, 19enne di Ponte di Piave, e un terzo minorenne la cui identità non è stata divulgata.
Altri tre, infine, sono indagati a piede libero per concorso in omicidio volontario e rapina aggravata.
La sera dell’aggressione
La sera del 12 settembre, Francesco Favaretto, che si trovava in compagnia di un’anima, si è incontrato con i suoi aggressori in via Castelmenardo a Treviso. A loro avrebbe dovuto consegnare un panetto di hashish di 100 grammi. Lo scambio denaro-droga è stata la ragione da cui è scaturita la violenza.
Le indagini condotte dalla squadra mobile di Treviso, diretta da Luca Lovero, hanno permesso di identificare tutti i presunti responsabili grazie a testimonianze, video di sorveglianza e riscontri tecnico-scientifici. In particolare, uno degli aggressori ha provato a togliere il panetto di fumo dalle mani di Favaretto, con quest’ultimo che ha reagito. A quel punto il 22enne è stato gettato a terra, colpito con calci e pugni e infine accoltellato.
Favaretto ha perso la vita dodici giorni dopo l’aggressione.