Commercio auto

Coniugi trevigiani a capo di una ditta di Sacile denunciati per truffa e appropriazione indebita

L'’impresa in provincia di Pordenone era gestita dal marito della attuale titolare, il quale però era già stato dichiarato fallito

Coniugi trevigiani a capo di una ditta di Sacile denunciati per truffa e appropriazione indebita

La Guardia di finanza di Pordenone, con una nota stampa di venerdì 28 novembre 2025, ha comunicato di avere concluso un’indagine delegata dalla locale Procura della Repubblica relativa alla liquidazione giudiziale di una ditta individuale di Sacile (PN), riqualificata quale società di fatto, operante nel commercio di autovetture, gestita da due coniugi trevigiani pregiudicati dalle Procure di Pordenone e Treviso, per reati di truffa e appropriazione indebita.

Cioè?

Nel corso dei controlli, la Guardia di Finanza ha chiarito che l’impresa di Sacile, era gestita dal marito della attuale titolare, il quale però era già stato dichiarato fallito nel 2010 in analoghe attività, nelle quali si occupava di aspetti commerciali ed amministrativi.
I due coniugi, pur consapevoli del grave stato di insolvenza in cui versava l’azienda originaria dal 2019, avevano scientemente proseguito l’attività incuranti di ogni procedura giudiziale e, anzi, fino al 2023 aggravandone il dissesto.

Guardia di Finanza

Reiterate inadempienze e conseguenze

Dal 2019 al 2023, i due imprenditori avrebbero omesso versamenti di imposte e contributi accumulando un debito di circa 150 mila euro per debiti previdenziali ed assistenziali.

Intanto, i titolari hanno svuotato le casse aziendali mediante prelevamenti di circa 75 mila euro e pagamenti a creditori preferenziali per oltre 2,3 milioni di euro.

Al termine delle indagini, i due coniugi sono stati denunciati, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e preferenziale, bancarotta per aggravio per dissesto e ricorso abusivo al credito.

Contro i due imprenditori, l’Autorità giudiziaria ha esercitato azione penale.