Le testimonianze dei genitori

Flash mob contro la violenza giovanile a Porta San Tomaso: le famiglie chiedono leggi più severe e prevenzione

Dopo l'aggressione del 6 dicembre 2025, la manifestazione ha richiamato l'attenzione sui temi dell'educazione, della certezza della pena e sul superamento del Daspo Willy

Flash mob contro la violenza giovanile a Porta San Tomaso: le famiglie chiedono leggi più severe e prevenzione

Sabato 20 dicembre 2025, a partire dalle 18.30, Porta San Tomaso a Treviso ha ospitato un flash mob promosso dalle famiglie di quattro giovani aggrediti nella notte del 6 dicembre 2025. L’iniziativa è nata per richiamare l’attenzione su episodi di violenza giovanile avvenuti in città e in altre zone del Paese.

Dopo lo striscione esposto sabato 13 dicembre 2025 dal comitato Prima i Trevigiani, insieme ad Azione Studentesca, i cittadini tornano a chiedere a gran voce interventi decisivi per contrastare questi gravi episodi.

Lo striscione

Flash mob contro la violenza giovanile a Porta San Tomaso

All’evento erano presenti i nuclei familiari delle vittime, il sindaco di Treviso Mario Conte e la consigliera regionale con delega alle Politiche giovanili Morena Martini, che ha portato i saluti del presidente della Regione Veneto Alberto Stefani e dell’assessora regionale alle Politiche sociali Paola Roma. Hanno partecipato anche i genitori di un ventenne residente a Castelfranco Veneto, aggredito a Roma nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, oltre a parlamentari, consiglieri regionali e comunali e rappresentanti delle forze politiche.

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La serata si è aperta con un momento di riflessione sugli episodi avvenuti due settimane prima e con un messaggio di vicinanza al ventiseienne aggredito nel sottopasso della stazione ferroviaria di Treviso e al direttore responsabile di Antenna 3 Luigi Bacialli, vittima di un’aggressione in via Cornarotta nei giorni precedenti.

Il flash mob

Identificati i responsabili dell'aggressione del 6 dicembre

Sul fronte delle indagini, la Squadra Mobile di Treviso ha identificato sette giovani coinvolti nell’aggressione avvenuta il 6 dicembre ai danni di quattro coetanei, colpiti con calci e pugni. Il gruppo è composto da due maggiorenni e cinque minorenni.

Al termine dell’attività istruttoria condotta dalla divisione Anticrimine, il questore di Treviso ha disposto sette avvisi orali, sei Daspo Willy e un foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel territorio comunale. Le misure sono state applicate anche ai minori che hanno compiuto 14 anni, possibilità introdotta dal recente decreto Caivano per i casi caratterizzati da condotte ritenute di particolare pericolosità sociale.

Le famiglie chiedono leggi più severe e prevenzione

Tuttavia, questi provvedimenti sono insufficienti secondo le famiglie delle vittime. Durante il flashmob hanno ribadito la richiesta di un intervento urgente del Parlamento per introdurre misure restrittive più incisive rispetto al Daspo Willy, applicato in giornata dal questore di Treviso insieme al foglio di via per l’indagato maggiorenne e all’ammonimento.

Il flash mob

Le famiglie hanno chiesto anche una maggiore certezza della pena e un piano strutturale per incrementare le risorse destinate alla rieducazione e al reinserimento dei minori responsabili di atti violenti.

Un altro punto chiave riguarda il rafforzamento dei percorsi educativi nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile, come gli oratori. L’appello è stato rivolto a cittadini, famiglie, istituti scolastici e amministrazioni affinché ciascun soggetto assuma un ruolo attivo nella prevenzione del disagio sociale e nella tutela degli spazi pubblici.

Il flash mob

Le testimonianze delle vittime

Durante il flash mob, cinque residenti trevigiani di età diverse hanno letto le testimonianze dei genitori dei ragazzi aggrediti e del giovane colpito a Roma, per tutelare la loro privacy. Un momento che ha dato voce diretta alle esperienze delle famiglie coinvolte, seguito dagli interventi della consigliera regionale Morena Martini e del sindaco Mario Conte.

"Questa serata è stata per noi molto importante. Abbiamo chiesto alla politica di portare le orecchie per ascoltare e la politica ha risposto con la presenza. Chiediamo che si tenga conto delle nostre testimonianze e richieste: dal superamento del decreto Caivano, alla prevenzione ed educazione dei giovani, alla riabilitazione. Riabilitazione che deve comunque accompagnarsi ad una giusta pena.

Ringraziamo la consigliera Martini e il sindaco Conte per la vicinanza dimostrata. Crediamo che la proposta di legge partita dai sindaci veneti sia un passo importante che tiene realmente conto dei territori. Chiediamo, infine, che PM e GIP che avranno in carico l'indagine per l'aggressione ai nostri figli, applichino misure restrittive maggiori rispetto a quanto adottato, che sappiamo essere il massimo possibile, da parte del Questore.

Invitiamo cittadini e famiglie, noi per primi, a fare la propria parte come prima agenzia educativa, in un'ottica di responsabilità condivisa, con le scuole e le altre Istituzioni, per superare e sconfiggere il disagio sociale che si sta manifestando in ogni città del nostro Paese".