Il monitoraggio

Inquinamento fiumi Treviso: il Piave è pulito! Ma preoccupano Sile e Livenza

Il report "Operazione Fiumi 2025" evidenzia uno scenario a due facce in provincia di Treviso: allarmi per batteri fecali e PFAS tra Sile e Livenza

Inquinamento fiumi Treviso: il Piave è pulito! Ma preoccupano Sile e Livenza

La salute dei corsi d’acqua nella provincia di Treviso mostra uno scenario a due facce secondo i risultati della campagna “Operazione Fiumi 2025 – Esplorare per custodire“. L’analisi condotta dai volontari di Legambiente con il supporto tecnico di ARPAV, ha analizzato la presenza di inquinanti microbiologici, pesticidi e PFAS in punti strategici del territorio trevigiano. Sebbene il Piave si confermi un’eccellenza regionale, emergono serie preoccupazioni per il Livenza e segnali di allarme per il Sile nelle vicinanze del capoluogo.

Piave eccellenza della Marca

Il fiume Piave si attesta nuovamente sopra la media della qualità dei fiumi veneti, mantenendo uno stato chimico “Buono” in tutti i corpi idrici monitorati nella provincia.

Rilevamenti nel Piave

Le indagini condotte a Susegana, Maserada sul Piave e Salgareda confermano una corretta depurazione, con concentrazioni di Escherichia coli molto basse, comprese tra 50 e 200 MPN/100mL.

Fiume Località
Escherichia Coli (MPN/100mL)
PIAVE BELLUNO 187
PIAVE BORGO VALBELLUNA 228
PIAVE SUSEGANA 122
PIAVE MASERADA SUL PIAVE 63
PIAVE SALGAREDA 144
PIAVE SAN DONA’ DI PIAVE 63
PIAVE JESOLO 52

 

A differenza di quasi tutti gli altri fiumi regionali, nel Piave non sono stati rilevati superamenti per il PFAS lineare, confermando un adeguato stato trofico e biologico.

Criticità batteriche nel Livenza

La situazione appare decisamente più grave per il fiume Livenza, specialmente nel tratto di alta pianura trevigiana. A Motta di Livenza, i campionamenti hanno rilevato picchi di Escherichia coli ben oltre il limite di 5.000 unità previsto per gli scarichi, con valori di 8.664 e 9.208 MPN/100mL.

Livenza

Anche a Navolè di Gorgo al Monticano il valore è risultato superiore ai limiti (5.172 unità), indicando un pesante contributo di scarichi civili non depurati correttamente.

Fiume Località Escherichia Coli (MPN/100mL) PFAS
LIVENZA GORGO AL MONTICANO – NAVOLE’ 5172
LIVENZA MOTTA DI LIVENZA 8664 Rilevati
LIVENZA COLMELLO ALBANO – MOTTA DI LIVENZA 9208
LIVENZA SAN STINO DI LIVENZA 657
LIVENZA CAORLE 97

 

PFAS e pesticidi nel Sile

Il fiume Sile, pur mantenendo un basso carico di nutrienti, presenta problemi cronici legati a inquinanti emergenti e pesticidi. Superamenti dello standard di qualità ambientale per il PFAS lineare sono stati riscontrati nelle stazioni di Treviso e Silea, una situazione riconducibile sia ai depuratori che alle attività aeroportuali.

Fiume Località Escherichia Coli (MPN/100mL) PFAS
SILE SANTA CRISTINA – QUINTO DI TREVISO 1515
SILE SILEA 714
SILE CASALE SUL SILE 1234
SILE QUARTO D’ALTINO 228
SILE CAVALLINO TREPORTI 122 Rilevati
SILE VENEZIA 94 Rilevati

Sul fronte agricolo, sono state rilevate tracce di Glifosate e Metolachlor, oltre alla presenza preoccupante della Terbutrina, un pesticida revocato in UE dal 2003 ma ancora persistente nelle acque trevigiane.

Rilevamenti nel Sile

Depurazione incostante nei centri

L’inquinamento da batteri fecali, sintomo di una depurazione discontinua, tocca anche il Sile in punti specifici della provincia. Valori superiori alle 1.000 unità MPN/100mL sono stati registrati a Santa Cristina di Quinto di Treviso (1.515) e a Casale sul Sile (1.234), livelli che sconsigliano l’uso diretto delle acque per scopi irrigui in orticoltura.

Rilevamenti nel Sile

Al contrario, nel bacino del Livenza, la stazione di Gaiarine ha mostrato un superamento del PFAS lineare (0,91 ng/L), confermando come la contaminazione chimica sia diffusa anche nei tratti secondari.

Appello per scelte politiche

I dati raccolti evidenziano la necessità di interventi strutturali per proteggere la risorsa idrica trevigiana. Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, ha dichiarato che:

“È necessaria una scelta politica decisa per ridurre le fonti di contaminazione e rendere strutturali gli interventi sulla depurazione e sulle pratiche agricole”.

Giulia Bacchiega, responsabile della campagna, ha aggiunto che l’obiettivo è “valutare lo stato di salute delle acque ma anche il modo in cui ne facciamo uso e gestione“, specialmente alla luce dei cambiamenti climatici