I risparmiatori veneti in piazza per non dimenticare

Si sono radunati a Montebelluna i risparmiatori truffati delle banche popolari venete.

I risparmiatori veneti in piazza per non dimenticare
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I risparmiatori veneti in piazza per non dimenticare. Questa mattina in piazza a Montebelluna si sono ritrovati un centinaio di risparmiatori veneti. A guidare la manifestazione pacifica è stato il Coordinamento Associazioni banche popolari venete “don Enrico Torta” che, con l’avvocato Arman, ha animato la piazza di fronte all’ex sede di Veneto Banca. E' ricorso l’anniversario della distruzione del sistema creditizio e del risparmio dei Veneti, sono ormai passati due anni da quando il patrimonio della banca popolare di Vicenza e Veneto Banca è stato ceduto a Banca Intesa San Paolo. Oggi i risparmiatori “traditi” hanno deciso di scendere in piazza “per non dimenticare e per ricordare”. “Per noi soci nessuna intesa”, “Il Veneto resiste”: queste sono le parole impresse sulle magliette dei manifestanti, riuniti di fronte allo striscione “Chiudiamo i conti con Banca Intesa”.

Dopo aver manifestato nello spazio Selese, i risparmiatori veneti si sono radunati davanti alla sede di Intesa, ex Veneto Banca, in piazza Dall'Armi, per ascoltare le parole dell’avvocato Andrea Arman. Ha esordito con un lungo e applaudito discorso.

Per i risparmiatori veneti parla Arman

“Siamo qui e c’è il nostro urlo di battaglia, non si illudano le delegazioni locali e la politica romana di riuscire a calmare il Veneto. Noi risparmiatori resistiamo al tempo e alle umiliazione della politica, prima o dopo potremmo avere ragione. La vicenda delle banche popolari non può passare sotto silenzio. In questi giorni festeggiamo le future Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, sono stati destinati 2 miliardi e 300 milioni: ricordo che il Veneto ha perso 11 miliardi di denaro contante, senza contare il danno complessivo indiretto di 20 miliardi. C’è qualcosa che non funziona, non si perdono i soldi, cambiano solo le tasche di chi li ha. La politica sa quali sono, ma non vuole farci sapere. Abbiamo fatto campagna elettorale con i partiti al governo, abbiamo fatto molti viaggi a Roma per fare una legge per i risparmiatori. Pian piano il governo ha trasformato la legge in un topolino partorito dalla montagna, simile a una pantegana, però. Se è politica del cambiamento, il primo vero cambiamento è abbandonare la bugia, il primo vero cambiamento è la coerenza. Noi risparmiatori da anni sottolineiamo che il grosso problema della politica e dell’economia non è il Pil o il debito pubblico, ma l’accettazione della bugia. Non c’è lealtà di rapporto, non si può confidare con la controparte dei decreti. Noi alla politica del cambiamento chiediamo un cambiamento radicale, no scena".

“C'è ipocrisia soprattutto”, aggiunge una manifestante.

Continua Arman: “Ci devono essere comunità, reciproci rapporti perché i boom economici si verificano quando si vive nelle giuste condizioni sociali, fondamentali per far andare bene l’economia. La vecchia e la nuova politica educano i cittadini alla menzogna e all’ipocrisia. Solo il cambiamento consentirà di sapere cosa è successo ai risparmiatori delle banche venete. Le nostre sono tutte tesi, sono visioni, non vogliamo aver necessariamente ragione, ma nessuno ci ha aiutati a verificare le ipotesi, i politici cercano solo di normalizzare la situazione del Veneto”. Queste sono state le parole del discorso tenuto dall’avvocato Arman in piazza, di fronte a tutti i risparmiatori traditi che hanno dato vita alla manifestazione.

E lo stesso avvocato ha introdotto l’intervento del sindaco di Cornuda, Claudio Sartor, che è l’unico sindaco “controcorrente”, definito “la mosca bianca” in questa dura battaglia.“E’ l’unico della provincia di Treviso veramente a nostro fianco” ha detto l’avvocato.

Le parole di Sartor a sostegno dei risparmiatori

Il primo cittadino è intervenuto pronunciando queste parole: “Si tratta di una tragedia che non è stata raccolta dalla politica. Dopo l’incontro a Vicenza con Di Maio e Salvini pensavamo che i decreti arrivassero e fossero raccolte le nostre richieste. Invece è un po’ come l’autonomia del Veneto. E questo è un fatto avvilente. In un paese serio non dovrebbero avere il potere quanti dovevano controllare e non lo hanno fatto. Un’altra cosa che non è stata realizzata è il rinforzo dei tribunali. A Treviso e a Vicenza non c’era nessun giudice in più. Qui è stato fatto un disastro assurdo: 20 miliardi portati via così al Veneto”.

Si applaude alle parole di Arman rivolte ai risparmiatori

E’ Arman a riprendere la parola: “È dovere dei sindaci difendere cittadini e territorio. Di fronte ad una perdita massiccia di denaro, i sindaci dovrebbero assumersi delle responsabilità. Se avessero fatto sentire la loro voce prima, non sarebbe uscita la “legge pantegana”.La dignità dei cittadini è venuta meno. Il Veneto è stato trattato da carne da cannone per questo esperimento socio-economico. I veneti sono umiliati perché non c’è una Commissione parlamentare d’inchiesta. Se le cose fossero regolari probabilmente sarebbero trasparenti. Qual è il motivo dunque di questa opacità? Pretendiamo di sapere cosa è successo, non di avere ragione. Pretendiamo che venga fatta giustizia, non per vedere persone in carcere, ma perché ci sono delle regole che devono essere rispettate. Ci troviamo con una giustizia che marcia molto lentamente, ma è anche vero che c’è una giustizia della magistratura e una che passa per conoscenza di quanto accaduto. Non esiste solo il codice penale, ma regole morali ed etiche che permettono di far marciare la società al progresso. Una persona che ha perso dei soldi deve sapere chi glieli ha portati via. Il governo, se non è complice, deve dare una risposta”. In merito all’azione dei sindaci lancia un monito: “Non è tabù parlare di queste cose. Tante amministrazioni hanno legami col sistema finanziario”. Ai risparmiatori dice: “Non lasciatevi prendere dagli spiccioli che usano le banche per comprarvi. Cittadini del Veneto, dovete alzare la voce perché i governanti devono dirci il motivo per cui non sono riusciti ad approvare una legge dignitosa per i vecchi soci, spina dorsale delle banche popolari a loro volta spina dorsale dell’economia del Veneto. I vecchi risparmiatori non sono speculatori. Invitiamo la politica del Veneto a far sentire la propria voce”. L’appello lanciato da Arman è: “Cari politici di Roma, restituite quanto ingiustamente i risparmiatori veneti hanno perduto. In Veneto è stato fatto un esperimento. L’esperimento è finito, ridateci i soldi e la fiducia”.

I risparmiatori veneti resistono

“Non è obiettivo del Coordinamento parlare male, non vogliamo entrare in contrasto con Banca Intesa e riteniamo, anche a distanza di due anni, di dover continuare a mantenere un dialogo aperto e costruttivo. Continua sui giornali e sulle tv private: “Il rapporto con la tv è limitato. Spesso si crea un tappo con l’informazione locale. Ogni società e azienda fa i conti con i suoi bilanci. Non conosciamo questi dettagli, ma i risparmiatori sapranno fare le loro scelte anche in virtù di queste vicende e trattamenti riservati”. Continua ancora: “Noi risparmiatori ci siamo battuti per i nostri interessi, ma sono interessi allargati. I crediti deteriorati sono una bomba sopra alla nostra testa. Cosa succederà quando cadrà? Temiamo una speculazione e una perdita di valore degli immobili, un ulteriore impoverimento per la nostra terra. Lo scenario greco temiamo si verifichi sul nostro territorio”. La manifestazione si è conclusa intorno alle 11.30 quando l’avvocato ha ribadito che: “La forma più infima di schiavitù che sta penetrando la nostra società è la schiavitù del debito. Quando c’è debito la libertà è finita. Comprare a debito vuol dire vedere la propria libertà. I risparmiatori si sono salutati al grido unanime di: “Il Veneto resiste, duri i banchi. Duri”

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