Bryan cambia sesso e si racconta sui social: “Non è per diventare più belli ma per sentirsi accettati da noi stessi”
Bryan da 9 mesi è in terapia ormonale e, attraverso i social ha deciso di raccontare la sua transizione e aiutare le persone a comprendere ciò che lui ha provato negli ultimi anni.
Un grande coraggio e determinazione, la voglia di accettare il cambiamento, di prenderlo tra le mani ed amarlo. Bryan da 9 mesi è in terapia ormonale e, attraverso i social ha deciso di raccontare la sua transizione e aiutare le persone a comprendere ciò che lui ha provato negli ultimi anni.
Bryan cambia sesso e si racconta sui social
Capire di non essere felici ma non essere in grado di capirne il motivo. Scoprire poi che quel corpo femminile non ti rispecchia, che quella non è la tua vera essenza e che vorresti essere felice. Bryan 22enne di Santa Lucia di Piave, frequenta l’università a Milano e da 9 mesi è in terapia ormonale. Già quando era alle elementari aveva sentito che qualcosa era diverso in lui ma non aveva capito cosa. Poi con il passare degli anni, alle medie, ha compreso di sentirsi un maschio ma era una femmina.
Bryan ha così effettuato delle ricerche su internet senza però riuscire a trovare tutte le risposte sul cambiamento di genere. Ora, a distanza di anni, ha deciso di raccontare la sua storia sui social e aiutare e supportare le persone che, come lui, vogliono cambiare sesso, ricordandogli che non devono avere paura.
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Far i conti con la disforia
A Bryan nessuno aveva parlato della disforia di genere, con cui ha però dovuto fare i conti ben presto. La disforia di genere si manifesta con un malessere e forte disagio nei confronti del proprio corpo, che viene sentito come estraneo. Lo stesso Bryan ha spiegato:
“Nel mio percorso c’è la mia presa di consapevolezza di ciò ho sentito dentro per anni. Un trascorso dove la sofferenza ha tartassato la mia vita, come un leone da tastiera, senza descriversi mai con un nome o con un volto.
Ho passato intere giornate a chiedermi il perché io non riuscissi ad essere felice come tutti, ad essere, almeno per un secondo, fiero di me stesso. Non stavo bene, questo era evidente, ma non riuscivo a classificare il mio malessere.
Viaggiai, per troppo tempo, nell’ombra della pura astrazione emotiva aspettandomi che il decorso della mia adolescenza spegnesse quel tremore. Per anni fui convinto di poter far risolvere la mia vita al caso, senza sprecare energie e maturità”.
E ha poi proseguito:
“Arrivò il giorno in cui ascoltai senza barriere il mio castigo cercando di assaporare la verità in esso. Si chiamava disforia di genere o, per i babbani insulsi, ‘trans di m….’.
Se, arrivat* a questo punto, pensi la mia vita sia migliorata ti devo contraddire. La disforia non è sparita, viaggia nella mia vita come una montagna russa alla ricerca vanitosa del suo egocentrismo, però ho dato un nome al mio fottuto dolore.
Se si è malati ma non si sa di cosa non si può provvedere ad una cura, quindi nel mio piccolo sono felice. (Con questo non sto dicendo che siamo malati, era una metafora)
Lentamente i nodi al pettine si stanno disfacendo e con essi sto vincendo la mia battaglia che dura da più di un lustro”.
Un percorso difficile
Bryan su Instagram e tramite i video su Tik Tok parla a cuore aperto ai suoi follower e risponde alle loro domande, come per esempio il costo della transizione, quali sono le domande “scomode” e le affermazioni che mancano di rispetto:
“Nel mio percorso ho speso circa 3500 euro però c’è da dire che comprende psicologo, endocrinologa, visite per il testosterone, testosterone e le analisi del sangue. Purtroppo per ora non mi piace la mia voce e devo dire che nei mesi è cambiata molto. E’ incredibile trovare commenti che palesano tanta ignoranza e spesso le domande che mi vengono rivolte sono: ‘Qual è il tuo vero nome?’ ‘Cos’hai la sotto?’, ‘Non sarai mai un uomo vero’, ‘A letto come si fa?’”.
Bryan ha parlato anche degli effetti collaterali della terapia ormonale spiegando:
“Purtroppo ci sono anche degli effetti collaterali della terapia ormonale come per esempio stempiatura, calvizie (se genetica), irritabilità, difficoltà a piangere, aumento della libido e diminuzione del petto”.
Il coming out con i genitori
Bryan ha parlato ai suoi follower anche del suo coming out con sua mamma, dove lei le aveva risposto: “Amore lo avevo capito, noi mamme vi capiamo”. Un grande sollievo da parte di Bryan che aveva paura di deluderla. Con il papà invece non è stato così semplice. Bryan ha inoltre spiegato più volte è che:
“Nei vari commenti quello che mi ferisce di più non è il punto di vista diverso delle persone ma è quando sbagliano i pronomi. Ci sono rimasto male anche per il commento sul cambiamento sprecato, lo trovo ingiusto ridurre la transessualità a una cambiamento estetico, non è un percorso per diventare più belli ma per sentirsi accettati da noi stessi e purtroppo non è facile”.