Sanità

Carenza di medici, il Governo impugna la legge veneta. L'assessore Lanzarin: "Faremo ricorso"

Nel Veneto la situazione ha raggiunto un livello di gravità tale che non consente di attendere le eventuali integrazioni della legislazione statale.

Carenza di medici, il Governo impugna la legge veneta. L'assessore Lanzarin: "Faremo ricorso"
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Ne ha dato notizia l'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin.

Carenza di medici, il Governo impugna la legge veneta. L'assessore Lanzarin: "Faremo ricorso"

“Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 21 luglio 2022, ha impugnato gli articoli 12 e 21 della legge regionale 27 maggio 2022, n. 12 recante “Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali”.

Ne dà notizia l’Assessore alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin.

“Nel rispetto delle valutazioni governative – dice la Lanzarin – rimaniamo però convinti della bontà delle scelte fatte nell’interesse di garantire le cure ai cittadini. Per quanto mi riguarda, ritengo necessario ricorrere in ogni sede opportuna a difesa di quanto sancito dalla nostra legge impugnata dal Governo”.

Tutte le disposizioni impugnate - evidenziano i tecnici della Regione - sono finalizzate ad attenuare la grave carenza di medici di medicina generale e di personale medico che affligge i servizi di emergenza-urgenza e che si è drammaticamente aggravata negli ultimi tempi, al punto da fare addirittura preconizzare la chiusura di intere strutture con la conseguente compromissione del diritto dei cittadini di accedere ad un servizio fondamentale.

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Si tratta di una situazione che, come è ben noto, non riguarda la sola Regione Veneto ma tutte le Regioni d’Italia. A tal proposito il Coordinatore della Commissione Salute con nota del 23 giugno 2022 indirizzata al Ministro della Salute e al Ministro dell’Economia e della Finanze ha formulato un documento (approvato da tutte le regioni) contenente una serie di proposte di misure legislative urgenti ed indifferibili necessarie per affrontare le criticità che riguardano in particolare i servizi di Emergenza-Urgenza. Si tratta di disposizioni volte, da un lato a rendere più attrattiva sotto vari profili (economici, organizzativi, previdenziali) l’esercizio della professione presso tali servizi, e dall’altro ad estendere la possibilità di reclutamento del personale superando i rigidi criteri di accesso nei concorsi per la disciplina di “Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza”.

Si prevede anche l’estensione della possibilità dell’utilizzo di medici specializzandi all’interno degli stessi servizi. Tuttavia, la situazione ha raggiunto nel Veneto un livello di gravità tale (si pensi al crescente numero delle zone carenti per l’assistenza primaria da un lato e dall’altro alla carenza di personale nei servizi di emergenza urgenza dove risultano vacanti 229 posti di dirigente medico rispetto alle previsioni della dotazione organica) che non consente di attendere le eventuali integrazioni della legislazione statale, inducendo il legislatore regionale ad approvare alcune norme che, sia pure non sufficienti a risolvere le criticità esistenti, possono almeno attenuarle.

“Le predette norme, pertanto – fa notare la Lanzarin - erano volte a ridurre il pericolo di interruzione di pubblico servizio, in rapporto al diritto essenziale delle persone all’accesso ai servizi di pronto soccorso di cui si vuole garantire la continuità organizzativa”.

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