Presentazione

Castelfranco Veneto, la nuova vita (culturale) di Palazzo Soranzo Novello inizia dal prossimo 16 giugno

Riflettori accesi su "Temporanea. Esibire, documentare, recuperare", un’esperienza espositiva che ha l’obiettivo di restituire alla comunità lo storico edificio

Castelfranco Veneto, la nuova vita (culturale) di Palazzo Soranzo Novello inizia dal prossimo 16 giugno
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Palazzo Soranzo Novello, storico palazzo di Castelfranco Veneto, si appresta ad aprire le porte ad una nuova fase della sua lunga esistenza, per diventare in futuro un luogo di cultura votato alla conservazione e valorizzazione della memoria della città e del suo territorio.

Castelfranco Veneto, la nuova vita (culturale) di Palazzo Soranzo Novello inizia dal prossimo 16 giugno

A partire dal 16 giugno e fino al 1° ottobre 2023, il palazzo ospiterà Temporanea. Esibire, Documentare, Recuperare, un’esperienza espositiva che ha l’obiettivo di restituire alla comunità Palazzo Soranzo Novello: primo passo verso la trasformazione di questo spazio in museo, luogo di cultura, di arte e di storia. Temporanea, mescolando i silenzi e l’immobilità dello spazio vuoto e del tempo sospeso alla densità, alla varietà, al colore e all’espressività di una vasta schiera di oggetti “liberati” dai depositi museali della città, si compone di tre operazioni, ognuna con un proprio linguaggio.

«L’acquisizione di Palazzo Soranzo Novello e la sua restituzione alla Città – spiega il sindaco, Stefano Marcon – riveste una notevole importanza perché questi spazi sono nel cuore di molti castellani. Abbiamo esercitato un diritto di prelazione con il consenso unanime dei presenti in Consiglio comunale, investendo 3,6 milioni di euro. Un’opportunità che questa Amministrazione ha saputo cogliere a favore dei cittadini di Castelfranco Veneto. Ora abbiamo nuovi spazi da mettere a diposizione della cultura. Un primo passo che assieme alla sede del Conservatorio, al futuro auditorium del Duomo Tina Anselmi, al Museo, Biblioteca e al Teatro fanno di Castelfranco una città rinnovata ed aperta alla cultura».

Esibire seleziona numerosi oggetti dalle Collezioni Civiche di Castelfranco, esponendoli in modo inedito e immersivo, ricostruendo, come agli albori degli istituti museali, una sorta di grande Wunderkammer: collezioni naturalistiche e ceramiche, iscrizioni e dipinti, disegni e monete, strumenti musicali e bronzi, burattini e antiche anfore...la storia dell’istituzione museale a Castelfranco Veneto, è infatti, come noto, quanto mai lunga e incidentata. Dopo gli avvii nel tardo Ottocento, il Museo Civico di Castelfranco è stato un insieme di oggetti più che un luogo votato a custodirli, a raccontarli e a metterli a disposizione continuativa del pubblico.

«Siamo riusciti a realizzare un progetto lungimirante e di grande respiro grazie ad un intenso lavoro di squadra che permetterà di dare un cambio di passo alla Città - spiega l’assessore alla Cultura, Roberta Garbuio – In tanti hanno creduto in questa operazione, mettendoci passione ed entusiasmo. Lo tocchiamo con mano nel quotidiano in quanti si stanno impegnando nel dare all’iniziativa il lustro che merita. Un ringraziamento lo rivolgo a Banca delle Terre Venete, all’associazione Dentro il Centro, al Conservatorio Steffani e agli Istituti Giorgione e Martini, molte Istituzioni che con apporti diversi collaborano per la migliore riuscita dell’operazione.»

Il patrimonio museale castellano è di per sé stesso eterogeneo e vario, come tipico delle collezioni dei Musei civici di ogni città. Ricordiamo perlomeno le collezioni naturalistiche (rocce, minerali, fossili, conchiglie), le collezioni ceramiche del fondo Varo e delle antiche ceramiche di provenienza archeologica locale, la bella collezione lapidaria (proveniente dal chiostro dei Serviti e dalla chiesa di San Giacomo ma non solo) e la collezione di armi da fuoco e armi bianche, la pinacoteca, con dipinti dal XVI al XX secolo e le collezioni di stampe antiche e disegni; e ancora: la collezione di sigilli, la collezione numismatica, la collezione archeologica, gli strumenti musicali del fondo Alberto Cosulich, il noto fondo di burattini di Bepe Pastrello e, naturalmente, la collezione di beni della cultura materiale rinascimentale.

Per presentare al pubblico l’insieme di questa varietà di oggetti non si è scelto il meccanismo della classica esposizione ordinata ma una soluzione artistico-installativa che trattando il materiale in maniera originale ma comunque pertinente, mediante una scelta di pezzi significativi, restituisse in un colpo d’occhio il senso del collezionare.

«Intento fondamentale dell’iniziativa - dichiara Matteo Melchiorre, direttore di Biblioteca, Museo e Archivio Storico di Castelfranco Veneto e curatore di Temporanea - in vista del lungo processo di concezione, progettazione e realizzazione del futuro Museo Civico a Palazzo Soranzo è quello di sensibilizzare la cittadinanza e il territorio della Castellana innanzitutto sulla necessità di uno screening dell’intero patrimonio museale, che, muovendo dalle pregresse catalogazioni e inventariazioni, porti avanti e rinnovi lo studio dei materiali, individuando le eventuali necessità di restauro, approfondimento scientifico, aggiornamento degli standard descrittivi e conservativi. Al tempo stesso, nella consapevolezza del carattere eterogeneo del patrimonio museale e della necessità di un discorso sul medesimo che, in questa fase di avvio, risulti il più evocativo e “scenografico” possibile, nel rispetto dei criteri conservativi e di sicurezza, l’iniziativa Temporanea si presenta anche come l’occasione di un dialogo con un’interpretazione artistica del luogo e dello spazio in cui le opere sono state allestite»

Ecco in tal senso la sezione Documentare, la quale registra il processo di indagine che ha sfogliato, affidandosi a un linguaggio visivo, le più recenti stratificazioni e sedimentazioni di Palazzo Soranzo Novello. Il compito di fissare e interpretare gli esiti di questa indagine è affidato a un’opera video, tesa e puntuale, disorientante, dell’artista Daniele Costa, con la cura di Stefano Volpato.

Nell’opera, dal titolo Tenuto immerso, Daniele Costa scandaglia gli ambienti labirintici di Palazzo Soranzo Novello, già sede di Banca Popolare di Castelfranco Veneto e poi di Banca Popolare di Vicenza, rimasti inalterati dal momento della chiusura dello stabile. Lo sguardo si muove a differenti velocità: insegue i tagli di luce che filtrano dall’esterno, radiografa i dettagli, attraversa la storia - le decorazioni dei saloni settecenteschi, le salette d’attesa anni Settanta, gli aloni di opere tolte dalle pareti dopo il fallimento del 2017. La circospezione del movimento produce un effetto di soggettiva videoludica, mentre la fabbrica architettonica continua ad avvitarsi su sé stessa come le viscere di un organismo mostruoso. Si integra nell’opera un testo inedito di Matteo Melchiorre, che intreccia il proprio sguardo di parole con quello di Daniele Costa.

Temporanea è inoltre l’occasione per portare a completamento un’azione congiunta e tempestiva che il comune di Castelfranco, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio, ha intrapreso fin dal 2020. La sezione Recuperare, infatti, presenta al pubblico la complessa operazione di rientro in città di un importante affresco rinascimentale. La vicenda non è forse del tutto nota e ha inizio nel 1961, allorché, in corrispondenza dei lavori di ristrutturazione dello stabile avviati dalla Banca Popolare di Castelfranco, tornò in discussione un affresco uscito dalla pubblica vista fin dalle ristrutturazioni settecentesche di Palazzo Soranzo Novello: una Sacra Conversazione, opera di ancora discussa attribuzione, datata 1496, che rappresenta un vero e proprio simbolo di Palazzo Soranzo Novello. Su avallo della Soprintendenza l’opera venne staccata dal restauratore Mario Botter e collocata nella hall della Banca.

Nel 2020 l’affresco è stato prelevato per essere messo all’asta nell’ambito delle procedure di liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e, su segnalazione di alcuni cittadini, il comune di Castelfranco ha chiesto l’intervento della Soprintendenza. A seguito di un’attenta istruttoria, l’affresco è stato dichiarato oggetto di “interesse culturale particolarmente importante” e vincolato a Palazzo Soranzo Novello. Il comune, per completare questa operazione di recupero, sta ora perfezionando i dettagli dell’acquisizione, di modo che la Sacra Conversazione, simbolo di Palazzo Soranzo Novello, torni a far parte del patrimonio artistico della città.

Su Tenuto Immerso di Daniele Costa

Daniele Costa, artista e autore dell’opera:

«Il progetto in cui sono stato coinvolto credo sia lungimirante per Castelfranco, un'azione necessaria di riscrittura, riscoperta, riattivazione. Credo che il fatto che un’ex banca, con tutti i suoi trascorsi e vicende, possa diventare un Museo Civico della Città sia un gesto tanto forte quanto necessario a Castelfranco. La mia opera riflette un tempo che si disfa, afferma la possibilità di scoprire e riscoprire continuamente un luogo; si incastra tra il vecchio e il nuovo, le due anime preponderanti di Palazzo Soranzo Novello, in una sorta di innesto tra due mondi in cui vi è la possibilità di muoversi su delle coordinate diverse che possono sia creare stupore, meraviglia, ma anche portarci su un piano quasi inquietante di un tempo archeologico-amministrativo, che si sta sgretolando e che deve essere rimodulato.»

Stefano Volpato, curatore dell’opera

«Il video di Daniele Costa scandaglia la condizione effimera di un presente che più non è, ma non può facilmente promettersi in un “sarà”. Con la complicità del suono di Mauro Martinuz e del racconto di Matteo Melchiorre, Costa ci accompagna nell’esplorazione dell’architettura stratificata e spuria di Palazzo Soranzo-Novello.»

Pietro Pignata, Vicepresidente Vicario di Banca delle Terre Venete:

“Valorizzare la storia e le espressioni artistiche del territorio fa parte della vocazione del nostro Istituto di Credito. È proprio nei luoghi della memoria che si consolida l’identità di un popolo e nascono i germogli del suo futuro. Non solo, un progetto di ampio respiro come la trasformazione di Palazzo Soranzo Novello in museo alimenta la coesione della comunità e accresce il suo benessere sociale. Per tali ragioni, Banca delle Terre Venete ha voluto supportare l’iniziativa, rinnovando così l’impegno a destinare parte dei propri utili al territorio, con particolare riguardo alle attività culturali”.

Info

Dal 17.06.2023 al 01.10.2023
Inaugurazione: 16.06.2023 ore 19.00

Luogo: Castelfranco Veneto, Palazzo Soranzo Novello
Indirizzo: Corso 29 Aprile, 23 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)
Orari di visita: martedì e mercoledì dalle 10.00 alle 13.00, giovedì dalle 18.00 alle 22.00, da venerdì a domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00

Biglietti di ingresso: gratuito per i residenti e i possessori di Castelfranco Card, per i non residenti €5 (intero), €3 (ridotto), €1 (under 18 anni), €10 (ridotto famiglia). Il biglietto di Temporanea dà diritto all’accesso al Museo Casa Giorgione.
Info: palazzosoranzonovello@gmail.com

Palazzo Soranzo Novello

Palazzo Soranzo Novello, costruito tra il XIV e il XVIII secolo a Castelfranco Veneto, è un imponente edificio che ha rappresentato per secoli la storia, l'architettura e l'arte della città. Costruito per volere dei Soranzo, prestigiosa e ricca famiglia veneziana, è stato ampliato e ornato dai Novello nel XVIII secolo e poi restaurato dalla Banca Popolare di Castelfranco Veneto, che lo ha acquistato nel 1976.

Il palazzo, oggi nelle eleganti forme assunte nel Settecento dopo un accurato restauro condotto dalla Banca Popolare di Castelfranco, presenta l'iscrizione murata "Antica dimora dei Soranzo / tra le prime fuori mura / nella bastia nuova/ nel 1779 ampliata e ornata dai Novello / nel 1779 restaurata per sua Sede / dalla Banca Popolare di Castelfranco Veneto".

Il palazzo è un esempio di arte e architettura di Castelfranco Veneto, riflettendo la storia e la ricchezza della famiglia Soranzo che ha dato alla Serenissima un doge e numerose personalità importanti. Nel 2021, terminate le procedure di acquisizione, il Palazzo è tornato alla Città di Castelfranco.

DANIELE COSTA
(Castelfranco Veneto, 1992).
Inizia la pratica artistica nel 2014 dedicandosi prevalentemente al video. Dopo la laurea di primo livello in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo all’Università di Padova, completa gli studi in Arti Visive nel 2017 presso l'Università IUAV di Venezia. La sua ricerca si focalizza sulla conoscenza del corpo umano in due direzioni di introspezione personale. Da una parte il funzionamento interno del corpo umano, basata su approfondimenti medico-scientifici, dall’altra la singolarità umana, la conoscenza dell’individuo in rapporto alla sua storia, al suo mondo e alla sua persona. I suoi progetti sono stati presentati in istituzioni e festival quali PAC Padiglione Arte Contemporanea Milano, Teatrino di Palazzo Grassi Venezia, MAXXI Roma, Galleria D’arte Moderna Roma, Fondazione Spinola Banna e GAM Torino, National Gallery of Art Tirana (AL), House of King Peter I Belgrado (RS), Museo di Arte Contemporanea di Salonicco (SKG), Artevisione Careof e Sky Arte (Milano), Fondazione Bevilacqua la Masa (Venezia), Cinema Galleggiante Venezia, Lago film Fest (Treviso).

CIVICHE COLLEZIONI MUSEALI DI CASTELFRANCO VENETO

Le Civiche Collezioni di Castelfranco Veneto rappresentano un importante patrimonio storico, artistico e archeologico composto da ben tredici nuclei.
Tra i vari fondi, ci sono: collezioni naturalistiche di rocce, minerali, fossili e conchiglie; una vasta raccolta di ceramiche antiche locali e dipinti che spaziano dal XVI al XX secolo; una collezione di stampe antiche di oltre 760 pezzi; una collezione di armi di 130 pezzi; la collezione lapidaria costituita da circa 70 pezzi provenienti dal chiostro dei Serviti e dalla chiesa di San Giacomo; una collezione di disegni che conta circa 400 pezzi e quella di sigilli composta di circa 50. Il fondo numismatico non è ancora stato inventariato.
Tra i fondi più interessanti ci sono anche la collezione archeologica, composta da circa 90 pezzi, e la collezione di strumenti musicali Alberto Cosulich, che comprende circa 200 pezzi dei secoli XVIII-XX.
Negli ultimi anni, alcuni di questi fondi sono stati oggetto di un intenso lavoro di catalogazione e valorizzazione, con l'organizzazione di mostre e campagne catalografiche.
Tuttavia, proprio Temporanea e la prospettiva di un nuovo museo impongono un rinnovato screening scientifico di tutto il patrimonio. La Wunderkammer di Palazzo Soranzo perciò non è un punto di arrivo ma un punto di partenza.

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