la vertenza

Crisi Likum, fumata nera al tavolo regionale: verso la cassa integrazione per 97 lavoratori

Nessun accordo tra azienda e sindacati per la società con stabilimenti a Ponte di Piave e Oderzo, finita in crisi dopo la mancata acquisizione da parte di un investitore locale

Crisi Likum, fumata nera al tavolo regionale: verso la cassa integrazione per 97 lavoratori

Nessun accordo tra azienda e sindacati per la vertenza Likum, la società con stabilimenti a Ponte di Piave e Oderzo finita in crisi dopo la mancata acquisizione da parte di un investitore locale. Al tavolo regionale convocato venerdì 26 settembre 2025 dall’assessore al Lavoro Valeria Mantovan, si è preso atto dell’avvio della procedura di cessazione delle attività.

Crisi Likum, fumata nera: verso la cassa integrazione per 97 lavoratori

L’incontro, coordinato dall’Unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro, ha visto la partecipazione di Confindustria Veneto Est, dei consulenti aziendali e della Fiom Cgil con i rappresentanti dei lavoratori.

“Dopo il ritiro del potenziale acquirente – ha dichiarato Mantovan – si consolida la prospettiva della chiusura. I sindacati hanno chiesto un ammortizzatore sociale per 12 mesi e un impegno economico adeguato. L’azienda, dal canto suo, ha annunciato l’intenzione di procedere con la richiesta di cassa integrazione per cessazione attività fino al 31 dicembre 2025, a copertura dei 97 dipendenti”.

Valeria Mantovan

La risposta alle richieste sindacali arriverà entro venerdì 3 ottobre, quando è previsto un nuovo incontro.

“Mi auguro che per quella data l’azienda dia segnali positivi – ha aggiunto l’assessore – ricordando anche le responsabilità, non solo morali, del fondo tedesco Accursia Capital, che fino al 30 luglio era proprietario di Likum, poi ceduta improvvisamente alla società rumena Fast Effectiv Solution 360 srl”.

Nel frattempo, la Regione ha ribadito la disponibilità a mettere in campo strumenti di politiche attive per la ricollocazione dei lavoratori coinvolti.