A Treviso l’inverno arriva in anticipo, non con una nevicata ma attraverso un viaggio nell’immaginario collettivo. E’ l’inverno raccontato dai manifesti d’epoca, dai grandi eventi sportivi, dalle prime Olimpiadi televisive, dagli scarpini che hanno fatto la storia e da un’intera estetica che ha trasformato la stagione più dura dell’anno in un momento da vivere e desiderare.
Alla Salce un viaggio dedicato all’inverno
E’ questo il filo conduttore di “Un magico inverno. Bianche emozioni dalla Collezione Salce”, la nuova grande mostra del Museo Nazionale Collezione Salce, che aprirà al pubblico dal 21 novembre 2025 al 29 marzo 2026.

Curata da Elisabetta Pasqualin su concept di Sergio Campagnolo e promossa dalla Direzione regionale Musei Nazionali del Veneto, l’esposizione si sviluppa nelle due sedi del museo, a Santa Margherita e al San Gaetano, offrendo una doppia prospettiva sul modo in cui l’inverno è stato rappresentato, venduto, interpretato e perfino reinventato nel corso del Novecento.
L’inverno dei manifesti
La sede di Santa Margherita accoglie il cuore iconografico della mostra: i manifesti storici. Alcuni celebri, altri mai esposti prima, tutti capaci di restituire la potenza evocativa con cui le località alpine italiane – ma anche mete internazionali – hanno promosso la stagione fredda come tempo di svago, eleganza e modernità.

E’ qui che l’inverno cambia volto: da “stagione difficile” diventa promessa di libertà. Le immagini raccontano piste innevate che chiamano gli sciatori, alberghi mondani, mode nuove e un’idea di benessere che si diffonde nell’Italia del dopoguerra.
Un’intera sezione rievoca l’evoluzione industriale che ha accompagnato questa epoca: la nascita, nel Montebellunese, del Distretto dello Scarpone, poi divenuto il polo internazionale dello Sportsystem.
Cortina 1956: quando le Olimpiadi cambiarono il mondo
L’abside di Santa Margherita è dedicata a uno dei momenti che più hanno contribuito a trasformare l’inverno in spettacolo: le Olimpiadi di Cortina del 1956.

La torcia originale e le immagini dell’epoca restituiscono l’atmosfera di un evento rivoluzionario, la prima Olimpiade invernale trasmessa in televisione e la prima a ospitare l’Unione Sovietica. Giorni di sport, mondanità e attenzione mediatica che cambiarono per sempre la percezione della montagna.
Focus e nuove narrazioni al San Gaetano
Il percorso prosegue al San Gaetano, dove l’attenzione si sposta su storie, personaggi e oggetti che hanno segnato l’immaginario invernale. C’è lo scarpone della Lange realizzato per Alberto Tomba, esposto nella versione firmata dal campione; c’è un’ampia sezione dedicata alle cerimonie olimpiche ideate da Marco Balich, autore dei più spettacolari rituali inaugurali e di chiusura dei Giochi.
Non manca uno spazio per i giovani creativi: i poster realizzati dai vincitori del concorso nazionale promosso dal Ministero della Cultura mostrano come le nuove generazioni interpretano oggi l’idea di inverno.
Infine, un omaggio a Renato Casaro, maestro indiscusso del cartellonismo, con il bozzetto originale di Vacanze di Natale, icona pop dell’immaginario invernale e del cinema degli anni Ottanta.
Un progetto dentro la Cultural Olympiad
La mostra si inserisce nel programma della Cultural Olympiad di Milano Cortina 2026, che accompagna i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali portando in tutta Italia iniziative culturali dedicate ai valori olimpici.
Il dialogo si estende anche fuori dal Veneto: il 27 gennaio 2026 il Museo Nazionale di Palazzo Besta a Teglio (Somdrio) inaugurerà “VETTE. Storie di sport e montagne”, dedicata alla storia degli sport invernali e ai loro protagonisti, con particolare attenzione al ruolo delle atlete e ai cambiamenti sociali nelle valli alpine.