Due mesi per opporsi al Prosek: "Fare squadra, non c'è un minuto da perdere"
Da ieri la domanda di protezione della menzione tradizionale avanzata dai croati è in Gazzetta Ue. Sessanta giorni di tempo per le obiezioni.
Due mesi di tempo per opporsi alla nuova denominazione del Prosek. La "guerra" del Prosecco continua: "Fare squadra, non c'è tempo da perdere".
Due mesi per opporsi al Prosek
“Contro la menzione speciale del Prosek vinceremo solo se agiamo da squadra. Per questo stiamo già lavorando con i Consorzi di tutela del Prosecco, affinché, accanto al lavoro dell’avvocatura regionale, si attivino per mettere in campo tutti gli strumenti per fare opposizione a un riconoscimento che distingue un prodotto unico al mondo, che è sinonimo di storia e identità Veneta”.
Lo dice l’assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, in riferimento alla richiesta di riconoscimento da parte della Croazia di una menzione che ricalca quella di un vino unico nel suo genere, riconosciuto anche come una delle eccellenze del Made in Italy.
"Da oggi (ieri mercoledì per chi legge, ndr.), infatti, con l’arrivo in Gazzetta della domanda di protezione della menzione tradizionale “Prosek”, “tutte le parti interessate disporranno di un termine di due mesi a decorrere dalla data di pubblicazione per presentare un’obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale”.
“Per questo, dalle Colline del Prosecco, passando per Roma e Bruxelles, assieme ai nostri parlamentari siamo pronti a dare battaglia a questa iniziativa che, oltre ad essere scandalosa, rischia anche di creare dei precedenti – continua l’Assessore -. Sarà una opposizione dura, che deve coinvolgere tutti. Oggi in pericolo è il Prosecco, ma il problema dell'italian sounding resta e va fermato”.
L'intervento di Coldiretti
"Opposizione è la nostra parola d'ordine su questa vicenda. C'è in atto un perfetto gioco di squadra tra le varie componenti istituzionali, produttive e di tutela. Non sprechiamo nemmeno un minuto".
Così Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso sulla notizia dell’arrivo in Gazzetta della domanda di protezione della menzione tradizionale "Prosek", presentata dalla Croazia. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che è necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo, in riferimento all’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue preannunciata dal Commissario Ue all’Agricoltura Wojciechowski.
"Il via libera dell’Ue alla pubblicazione della domanda per il Prosek croato – sottolinea la Coldiretti - rovina il record storico dell’export di Prosecco nel mondo, cresciuto del 35% nei primi sei mesi del 2021, ma contraddice anche in maniera clamorosa la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea come la star delle bollicine italiane che quest’anno dovrebbe raggiungere il record di 700 milioni di bottiglie prodotte, la più grande denominazione al mondo.
E ancora:
“Occorre fermare un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza dell’impegno del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, del Governatore Luca Zaia e degli europarlamentari italiani ad intervenire per far respingere la domanda.
Negli scaffali dei supermercati la Coldiretti ha smascherato il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.
"Il Prosek croato – spiega la Coldiretti – è un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale” dopo che il tentativo di proteggere la denominazione Prosek era già fallito nel 2013. La produzione di Prosecco abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una fatturato complessivo stimato – conclude la Coldiretti – in quasi 2 miliardi dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco".
L'europarlamentare leghista: "Truffa che non passerà"
“La truffa del Prosek non passerà, da oggi abbiamo 2 mesi di tempo per fermare la scandalosa richiesta dei croati, costi quel che costi: chiederemo che la guerra Prosecco/Prosek sia inserita all’ordine del giorno di una delle prossime Plenarie del Parlamento Europeo, perché tutta Europa deve rendersi conto dell’assoluta follia di aprire le porte alla denominazione Prosek, palesemente in conflitto con la DOP Prosecco e con le normative UE sulle denominazioni di origine protetta. Difenderemo con le unghie e con i denti il vino Made in Italy: ma per vincere questa partita sarà fondamentale fare squadra e presentarsi uniti di fronte a Bruxelles, mettendo insieme gli sforzi di tutti gli attori in campo, dagli europarlamentari al Governo nazionale, dalla Regione Veneto ai Comuni, dai Consorzi di tutela ai produttori di Prosecco. Solo se saremo uniti costringeremo Bruxelles a fare marcia indietro sul Prosek, che rappresenta una colossale operazione di taroccamento contro il Made in Italy”.
Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto, membro della Commissione Agricoltura, dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE della richiesta di riconoscimento della denominazione Prosek da parte della Croazia.