Focolai Covid a scuola, dopo il "Fermi" secondo cluster in un altro istituto superiore trevigiano
Coinvolte sei classi: tre con due positivi e tre con uno in un'altra scuola superiore. Il PD: "Evitare fughe in avanti".
Si apprende di un secondo focolaio in un'altra scuola superiore trevigiana che vede coinvolte sei classi: tre con due positivi e tre con uno.
Focolai Covid a scuola, dopo il "Fermi" altro caso nella Marca
Sono attualmente 7 la classi dell'Istituto Fermi di Treviso interessate dal focolaio Covid scoppiato nei giorni scorsi: una con sette positivi, una con 4, le altre tutte con 1.
Ma se fino a ieri si pensava che la scuola di San Pelaio fosse l'unico cluster nella Marca, oggi, venerdì 21 maggio 2021, si apprende di un secondo focolaio in un'altra scuola superiore trevigiana che vede coinvolte sei classi: tre con due positivi e tre con uno.
Cluster sembrerebbe tutti legati a comportamenti non rispettosi delle ben note norme anti Covid (mascherine, distanziamento ecc.) in ambito extra scolastico da parte degli studenti.
In tutto i provvedimenti che coinvolgono scuole trevigiana al momento sono 79, di cui 25 quarantene e 17 monitoraggi. Così suddivisi:
- Pieve 6 quarantene e 12 monitoraggi
- Asolo 6 quarantene e 13 monitoraggi
Zanoni del PD: "No fughe in avanti"
“La battaglia contro il virus non è ancora vinta, solo il 15,2% dei veneti ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino e il 33,9% è fermo a una. È pericoloso far passare messaggi da ‘liberi tutti’, attaccando il Governo, per pura speculazione politica, come continuano a fare, irresponsabilmente, gli esponenti di Fratelli d’Italia. Il caso del maxi focolaio al Fermi di Treviso è emblematico: no fughe in avanti”.
È quanto dichiara Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, tornando su quanto accaduto nell’istituto trevigiano, dove sono stati riscontrati 30 positivi con sette classi in quarantena o in isolamento, ribadendo la propria preoccupazione.
“È solo un esempio, ma significativo. Serve prudenza, siamo sempre a rischio: sarebbe folle distruggere adesso quanto di buono è stato fatto finora, con tanti sacrifici. I dati da ‘zona bianca’, a partire dai contagi ogni 100mila abitanti, non significa poter fare tutto, né essere tornati al ‘pre pandemia’. Bene andare avanti con aperture progressive, alcuni paletti evidentemente servono ancora. E mi appello non solo alla politica: serve responsabilità individuale, i comportamenti dei singoli incidono molto, indipendentemente dai divieti”.