Lascia i bassotti alla dog sitter, ma Nina viene cremata. La padrona Stefania: "Ho sentito un dolore al cuore indescrivibile"
L'avvocato: "Oltre al caso di Nina, abbiamo ricevuto altre cinque segnalazioni di maltrattamenti e di altri due cani morti con la stessa dog sitter"
La vicenda della dog sitter di Villorba che ha cremato all'insaputa della padrona una bassotta di 11 anni è ormai diventata un caso nazionale. A riportare l'attenzione su questo caso e a far emergere altri casi simili legati alla stessa dog sitter è stata la protagonista di questa tragica storia: Stefania Guadagna.
Lascia i cani alla dog sitter ma uno viene cremato
"Nina aveva 11 anni, era un bassotto a pelo liscio e nero. A fine luglio 2023 prima di partire per le vacanze ho lasciato lei e Pluto, un bassotto di 8 anni a pelo ruvido, a quella che è stata la mia dog sitter per ben 8 anni".
A raccontarci questa triste vicenda è Stefania Guadagna, la padrona di Nina. Fino all'estate 2023 non aveva mai avuto sospetti sulla dog sitter 30enne, "non avevamo mai avuto grossi problemi con lei" ci spiega. Ma dopo qualche settimana dalla partenza, qualcosa inizia a cambiare.
"Ho iniziato ad avere delle difficoltà nella comunicazione con lei. Non rispondeva ai messaggi e inventava delle scuse per evitare di mandarci foto dei cani.
Sapevo che non aveva un bel rapporto con il cellulare, quindi non mi sono preoccupata fino a quando, quattro giorni prima del nostro rientro, ha spento totalmente il telefono ed è diventata irreperibile.
Così, il 30 agosto 2023, ho contattato direttamente il padre della ragazza. Ma anche lui non ha risposto ai miei messaggi, così ho provato a chiamarlo e in modo molto vago mi ha subito passato la moglie. Mi hanno detto che la figlia non era in casa e che aveva avuto problemi con il telefono, ma non appena fosse rientrata mi avrebbe richiamato. Ma, in ogni, caso dovevo stare tranquilla perché i cani stavano bene".
La padrona: "Ho sentito un dolore al cuore indescrivibile"
A questo punto Stefania ha iniziato ad allarmarsi, ma mai avrebbe immaginato la situazione che ha trovato al suo rientro a Treviso.
"Non appena sono arrivata in aeroporto sono corsa a casa ho preso la macchina e sono andata a casa della dog sitter. La ragazza non c'era, mi ha aperto il padre e in giardino ho trovato Pluto.
Era in condizioni indescrivibili: aveva una ferita sull'occhio ed era completamente sporco. Non mi ha riconosciuta finché non mi sono avvicinata a lui e gli ho fatto annusare la mia mano. Quando finalmente mi ha riconosciuta ha emesso un lamento straziante, un vero e proprio lamento di disperazione. Era sotto shock, circondato da escrementi .
L'ho preso immediatamente e sono uscita dalla casa. Ho aspettato in macchina che ritornasse la ragazza per chiedere spiegazioni ma fino a sera tardi non si è fatta vedere".
Allora Stefania va a casa, ma il giorno dopo ritorna perché Nina è ancora lì, o così pensava la padrona. La mattina seguente torna, ma della ragazza ancora nessuna traccia. Nel pomeriggio prova a ricontattarla ma nessuna risposta. Solo dopo la minaccia di chiamare i carabinieri la 30enne risponde alle chiamate.
Stefania le chiede di Nina, ma la risposta è secca:
"Purtroppo la Nina non c'è più".
"Per me è stato uno shock tremendo, ho sentito un dolore al cuore indescrivibile", ci racconta Stefania.
Nina era morta già da diversi giorni, ma non solo quando il 30 agosto i genitori della ragazza avevano rassicurato Stefania che i cani stessero bene, Nina era già stata cremata due giorni prima, il 28 agosto.
"Mi hanno mentito", dice Stefania, "Nessuno mi ha avvisata che Nina stesse male o che fosse morta. La ragazza non ha chiamato il nostro veterinario, non c'è nessun certificato che dimostri cosa abbia provocato la morte".
Un dolore immenso per Stefania, ma anche per Pluto che da questa terribile vicenda non si è ancora ripreso. Dopo che è tornato a casa il bassotto non ha mangiato per giorni e da allora è in terapia.
"Ha un gravissimo trauma da abbandono", spiega Stefania. "Non posso mai lasciarlo da solo".
L'avvocato: "Dopo Nina altre cinque segnalazioni e altri due cani morti"
Dopo la morte di Nina, Stefania, assistita dall'avvocato Ilaria Pempinella, ha sporto denuncia querela contro la dog sitter. Ma dopo sei mesi di indagini, il PM ha archiviato il caso per mancanza di prove.
"Non essendoci il corpicino del cane non è stato possibile verificare eventuali responsabilità della dog sitter", ci spiega l'avvocato Pempinella.
"Ma non ci siamo arrese, mi sono opposta alla decisione del tribunale chiedendo che venissero valutati anche i comportamenti della 30enne, in merito alla mancanza di risposte alle chiamate della signora Guadagna e alle scuse che le ha fornito".
"Ma non solo, da indagini nostre è emerso che 15 giorni prima della morte di Nina anche un altro cane, un bulldog francese, è morto in sua custodia ed è stato fatto cremare. Abbiamo quindi raccolto la testimonianza del padrone e l'abbiamo allegata alla documentazione del caso chiedendo alle autorità di indagare anche su questo caso".
Ma da quando la vicenda di Nina è diventata nota, sono venuti a galla anche altri casi di maltrattamenti.
"Abbiamo ricevuto altre cinque segnalazioni di maltrattamenti e in tutti i casi la ragazza diventava irreperibile. Abbiamo una segnalazione di un cane tornato a casa con tremori epilettici, un altro con la gastroenterite e un altro totalmente denutrito.
A luglio 2024 inoltre un altro cane, un golden retriver, è deceduto mentre era affidato alla dog sitter. In questo caso il padrone si è opposto alla cremazione ed è stato possibile effettuare un'autopsia sul corpo dell'animale: dall'esame è emerso che è morto di stenti".
Quest'ultimo caso con la conferma dell'esame autoptico potrebbe portare alla riapertura del caso di Nina e finalmente ad avere risposte concrete su questa triste vicenda.