Novant'anni di Poste Italiane in piazza Vittoria, video e foto del restauro dello storico Palazzo
L’edificio fu inaugurato il 4 novembre 1931 dal Re Vittorio Emanuele III. Nel corso dell’incontro si è parlato anche delle politiche di sostenibilità.
Presentazione ieri dei restauri del Palazzo delle Poste, in occasione del 90mo anniversario dall’inaugurazione. Nel corso dell’incontro si è parlato anche delle politiche di sostenibilità di Poste Italiane in Veneto e provincia di Treviso (risparmio energetico, produzione di energia solare, riduzione dell’inquinamento).
Novant'anni di Poste Italiane in piazza Vittoria
Il Palazzo delle Poste in piazza della Vittoria a Treviso compie novanta anni. L’edificio fu inaugurato il 4 novembre 1931 dal Re Vittorio Emanuele III, giunto in città nell’anniversario della Vittoria per tagliare il nastro del grande monumento ai Caduti e della nuova sede “delle Poste e dei Telegrafi”.
Quando si pensa alle Poste e alla loro storia si pensa subito ai pacchi e alle cartoline, ai vaglia e ai libretti di risparmio. Si pensa a come abbiano contribuito a fare l’Italia e a fare gli italiani, a come abbiano favorito e accompagnato la crescita e lo sviluppo del Paese. Più raramente si pensa al contributo che le Poste hanno dato e continuano a dare alla bellezza del nostro Paese, con i palazzi, con le opere d’arte che vi sono accolte, con le sculture che li adornano e con i preziosi arredi che li contraddistinguono.
La storia
“Il Re inaugura a Treviso il monumento ai Caduti”, titolava il Corriere della Sera del 5 novembre 1931. In un articolo in prima pagina il giornalista padovano Cesco Tommaselli, scrittore ed inviato speciale, dopo aver raccontato con enfasi la cerimonia scrive: “il tempo stringe: però l’augusto ospite vuole osservare da vicino il monumento: quindi inaugura percorrendo la galleria del pianterreno il nuovo palazzo delle Poste e Telegrafi che con sobria linea architettonica completa da quella parte la piazza della Vittoria.”
Dopo la costituzione del ministero delle Comunicazioni nel 1924, gli edifici destinati all’attività postale costituirono il luogo fisico dell’incontro tra “cultura dei servizi” e dimensione pubblica. Dal 1925 al finire degli anni Trenta l’intervento nell’edilizia postale è ragguardevole.
Lo stanziamento per il nuovo palazzo delle Poste di Treviso era stato approvato nell’ottobre del 1928 con somma preventivata di 3.725.000 lire, mentre si decide il progressivo abbandono dell’originaria sede della Direzione provinciale che sorgeva in via Carlo Alberto 48. Nel 1929 iniziano i lavori di costruzione dell’edificio inaugurato ufficialmente assieme al Monumento ai Caduti della Grande Guerra nella piazza antistante, in quello stesso anno ribattezzata Piazza della Vittoria.
Con un particolare occhio di riguardo riservato al rapporto tra azienda postelegrafonica e utenza, il palazzo delle Poste di Treviso costituì un esperimento architettonico di sicuro effetto ed entrò nella prospettiva cittadina per conferire all’amministrazione PT un ruolo centrale nel capoluogo di provincia.
Durante i bombardamenti della primavera del 1944 l’edificio subì alcune gravi lesioni che non ne compromisero fortunatamente la stabilità. È del 1957, infine, l’accordo stipulato tra le Poste e il proprietario dell’adiacente terreno, sul quale sopravviveva ancora una delle tre case distrutte dalle bombe alleate, per ottenerne la cessione ed ampliare i locali adibiti alla direzione e ai servizi per il pubblico. Nove anni più tardi, nel 1966, si procedette alla gara d’appalto per costruire una nuova ala del palazzo, terminata nel 1968, che accolse il reparto Ragioneria, l’ufficio Economato con l’ufficio Vaglia e Risparmi e l’Amministrazione telegrafica.
Il restauro
Si concluderà nei prossimi giorni la prima parte di un intervento di restauro delle facciate del palazzo. Inquinamento, esposizione alle intemperie, eventi bellici, residui di interventi fatti in passato, danni biologici hanno sporcato e, in qualche caso, danneggiato rivestimenti e decorazioni. L’intervento in corso nell’atrio est e quello in programma nel 2022 sull’intera facciata consentirà di riportare allo stato originale le pareti grazie ad un minuzioso lavoro di stuccatura, ritocco cromatico, ricostruzione e consolidamento. Il costo di questo primo intervento è di circa 100.000 euro.
Presente e futuro di Poste Italiane, inclusione e sostenibilità
Edifici come le Poste di piazza Vittoria “facevano città”, così come il municipio, le scuole, i tribunali, la prefettura. Nei cambiamenti apportati all’impianto architettonico del palazzo di piazza Vittoria, “testimone di pietra”, ritroviamo così parte della storia di Treviso e dei mutamenti del tessuto urbano. Immerse nei segni del tempo, l’ufficio postale e la città continuano a vivere l’armonia di un reciproco legame.
Da sempre l’Azienda accompagna quotidianamente le comunità locali in cui è presente verso processi di modernizzazione e digitalizzazione, promuovendo il benessere dei cittadini e lo sviluppo socio-economico.
Nel 2020 Poste Italiane in tutto il Nord Est (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige) ha generato un impatto economico per oltre 174 milioni di euro di Prodotto Interno Lordo, 2.823 posti di lavoro e circa 74 milioni di reddito distribuiti ai lavoratori impiegati nel sistema economico. In particolare, nonostante l’attuale emergenza sanitaria, in provincia di Treviso da inizio 2021 sono state effettuate 49 assunzioni che si sommano ai 44 inserimenti del 2020, per un totale di 93 in due anni. Di queste persone, 57 sono andate a rafforzare l’organico degli Uffici Postali e 36 nel recapito.
L’impegno di Poste Italiane per la sostenibilità
L’Azienda vuole rendere questo impatto sul territorio sempre più indirizzato alla sostenibilità e alla Green Economy. La Green Strategy di Poste Italiane, infatti, prevede entro il 2025 il taglio del 30% delle emissioni di anidride carbonica e nel 2030 il raggiungimento della Carbon Neutrality, cioè il bilanciamento tra le emissioni di gas serra generate e quelle riassorbite.
Per molti aspetti Treviso è già la provincia più green della regione. Nei Centri di Distribuzione della Marca, sono 146 i mezzi green per il recapito della corrispondenza e dei pacchi con l’obiettivo di ridurre la propria impronta ambientale contribuendo alla transizione low-carbon dell’economia e dell’intero paese. Il piano di rinnovo della flotta aziendale, punto fermo del nuovo piano strategico ‘24 Sustain&innovate’ presentato dall’Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante, prevede una riduzione del 30% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2025 e nel 2030 il raggiungimento della Carbon Neutrality, cioè il bilanciamento tra le emissioni di gas serra generate e quelle riassorbite. Entro il 2024, inoltre, è prevista la totale sostituzione del parco veicoli di Poste Italiane per un totale di 26mila mezzi green. Il piano prevede la sostituzione di mezzi endotermici con veicoli e motoveicoli elettrici di ultima generazione o a benzina a basse emissioni, garantendo minori consumi ed emissioni per chilometro.
Nella Marca sono già in servizio 5 tricicli elettrici, 4 quadricicli elettrici e 137 tricicli a benzina a basse emissioni. In tutto il Veneto i nuovi mezzi green sono 615. La continua dotazione di mezzi a bassa emissione, è in linea con l’ESG - Environmental Social and Governance - il piano d’azione in materia di sostenibilità ambientale e sociale che ha l’obiettivo di garantire la definizione degli indirizzi del Gruppo con ricadute positive per l’ambiente e per il territorio.
Gli investimenti sostenibili sugli immobili Per raggiungere questi obiettivi nel Nord Est sono state avviate inoltre iniziative principali sugli immobili:
- Progetto “Fotovoltaico” per l’installazione di 20 impianti (di cui 17 in Veneto) per un totale di circa 2.000.000 Kwh all’anno. Tali interventi garantiscono mediamente una copertura dei fabbisogni di energia elettrica diurna di oltre il 70 % e la conseguente riduzione dei consumi elettrici. Gli interventi riguarderanno 18 sedi operative (come Uffici Postali e Centri di Recapito); il Centro Polifunzionale di Mestre via Torino dove ogni anno verranno prodotti 440.000 KWh con l’impianto fotovoltaico su 1.859.400 Kwh assorbiti; il Centro di smistamento di Padova dove ogni anno verranno prodotti 950.000 Kwh con l’impianto fotovoltaico su 4.020.000 KWh assorbiti. In tutto il Nord Est, la produzione di Energia con pannelli fotovoltaici consentirà all’Azienda di risparmiare ogni anno circa 1.300 tonnellate di CO2.
- Progetto “Smart Building”, che punta a risparmiare mediamente il 15% di energia elettrica e il 10% di gas mediante l’introduzione di un sistema innovativo di gestione degli edifici dal punto di vista energetico anche mediante l’integrazione degli impianti già esistenti, su un totale di 332 siti nel Triveneto, suddivisi in diverse categorie sulla base della superficie. L’intervento interesserà 186 edifici in Veneto, 62 in Friuli Venezia Giulia e 83 in Trentino Alto Adige nel biennio 2022/2023.
- Progetto “LED”, uno degli interventi principali per contenere i costi energetici, con la sostituzione dei corpi illuminanti con lampade fluorescenti con la tecnologia LED per l’abbattimento (circa il 50%) dei consumi di energia elettrica e il risparmio dei costi di manutenzione legati alla maggior durata in ore dei corpi illuminanti. Il progetto prevede per il 2021 la sostituzione di 10.511 lampade fluorescenti con lampade LED, in 288 sedi in tutto il Triveneto. Al 30 settembre 2021 sono state già sostituite 9.236 lampade pari al 88% del programma 2021, il progetto avviato nel 2017 ha raggiunto il numero di 50.800 lampade sostituite pari al 72% del totale che sarà completato nel 2022. In provincia di Treviso sono stati coinvolti finora nel progetto 31 uffici postali, compreso l’intero palazzo con l’ufficio postale di piazza Vittoria. Nel 2021 il progetto LED è stato attuato negli uffici postali di Albaredo, Biadene, Caerano San Marco, Carbonera, Casella d'Asolo, Castelfranco Veneto 3, Fagarè della Battaglia, Fregona, Gaiarine, Maserada Sul Piave, Olmi di Treviso, Portobuffolè, Povegliano, Preganziol, Resana, San Giacomo Di Veglia, Treviso 10, Treviso 7, Vazzola, Vedelago, Zero Branco.
- Progetto “Efficientamento energetico” (già operativo nelle province di Venezia, Padova e Rovigo e in quelle friulane di Udine e Pordenone) per sostituire le vecchie caldaie e impianti di climatizzazione con versioni più moderne, efficienti e meno energivore e il progetto “Serbatoi”, per la rimozione di vecchi serbatoi e la piantumazione di alberi e siepi e la realizzazione di un sistema di raccolta dell’acqua (da destinare all’irrigazione con la riqualificazione dei serbatoi interrati per combustibile da riscaldamento non più in uso). Il progetto “Serbatoi” prevede per il 2021 nel Nord Est 66 interventi di cui 44 eseguiti al 30 settembre.
“A conferma della rilevanza dei temi ambientali per la nostra strategia, Poste Italiane diventerà un’azienda a zero emissioni nette entro il 2030 -- aveva ricordato l’Amministratore Delegato Matteo Del Fante in occasione della presentazione del piano strategico – l’impegno che abbiamo assunto per la sostenibilità e l’innovazione è un supporto importante per raggiungere gli obiettivi del Paese e dell’Europa per una ripresa economica sostenibile, in linea con quanto programmato nel PNRR.
PROGETTISTA: Roberto Narducci
PROGETTAZIONE: 1929
INAUGURAZIONE: 1931
L'edificio di tre piani ha una pianta quadrata a corte centrale. La grande sala rettangolare per il pubblico è situata al centro del prospetto principale ed è accessibile mediante due atrii laterali. Il fronte principale, asimmetrico, è tripartito. La parte centrale, più ampia, ha un tetto a piramide. Sul lato sinistro è situata una piccola torre con le scale ed un orologio. Se lo stile è influenzato da un certo storicismo, i dettagli sono moderni e corrispondono «allo spirito dell'epoca»
Roberto Narducci
Meno poliedrico fu Roberto Narducci, collega di Mazzoni. Benché tra il 1924 e il 1953 avesse realizzato - tra nuove costruzioni e ristrutturazioni - nove edifici postali e circa quaranta stazioni ferroviarie, la storia dell'architettura italiana si è occupata poco di questo architetto.
Più noto tra gli esperti di architettura ferroviaria tra i quali ottenne fama di «riformatore». Ancor più di Mazzoni, Narducci fece riferimento ai modelli stabiliti dai suoi superiori (per es. Businari) e corrispondenti al gusto del regime. La critica gli rimproverò una tendenza eclettica orientata verso un certo modernismo. Se i primi edifici - postali o ferroviari - furono improntati ad uno storicismo eclettico che spazia dall'arabo-normanno a Taormina al neorinascimento a Cremona, dal 1930 Narducci si volse all'architettura moderna. In tal senso negli edifici postali di Bari e Savona si riscontra un salto di qualità̀, evidente anche nella solida modernità art décò degli interni. Gli ultimi due edifici - Benevento e Novara - si mostrano come varianti moderate del Novecento moderno di stampo piacentiniano.
Gli edifici di Rovigo, Cremona e Treviso
I tre edifici presentano forti analogie con quelli progettati contemporaneamente da Mazzoni a Ferrara, Nuoro e Novara. Quello di Rovigo è una versione ridotta dell'edificio di Ferrara. Quello di Cremona è organizzato tipologicamente come quello di Nuoro ad eccezione della sala nel nostro caso centrale e quindi illuminata dall'alto.
Nel caso di Treviso la sala rettangolare per il pubblico si trova in asse alla facciata principale e, come la piccola sala telegrammi, la scala e il casellario postale, è accessibile da due porticati laterali con archi a tutto sesto. I locali destinati al disbrigo e alla distribuzione, collocati intorno al cortile, non hanno corridoio di collegamento. I palazzi di Rovigo e Cremona sono in st ile neorinascimentale mentre le facciate di quello di Treviso fanno riferimento alla Scuola Viennese.
Il Circolo filatelico della Pro-Loco di Paese espone nell’ufficio postale di piazza Vittoria una ricerca dedicata alla presenza del servizio postale a Treviso
Il Circolo è nato nel 1999, è costituito da un gruppo amici, appassionati di filatelia, numismatica e storia, ha dimostrato di essere particolarmente attivo nella partecipazione a mostre tematiche di storia locale con particolare impegno durante le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra.
Il Lavoro presentato a Treviso è costituito da 10 pannelli che ripercorrono la presenza postale nella Grande Guerra, in particolare negli eventi relativi alla provincia di Treviso e nei territori confinanti impegnati nel fronte del Piave. Sono rappresentati con immagini, testi e documenti: la corrispondenza di guerra attraverso cartoline postali, il settore dell’aviazione in particolare della presenza di Francesco Baracca nel campo di Quinto di Treviso, una panoramica delle distruzioni del territorio lungo il fronte ed altro. A questi pannelli è aggiunto un quadro con i primi annulli postali emessi dall’ufficio di Treviso della metà dell’800 e un quadro che presenta l’attività del Circolo filatelico.