L'intervista

Politicamente corretto, il battibecco a "Belve" tra Donatella Rettore e Francesca Fagnani

La cantante castellana scatenata nella puntata del format Rai: "Libertà limitata, ora Vasco Rossi non potrebbe più dire è andata con il ne*ro la tr*ia".

Politicamente corretto, il battibecco a "Belve" tra Donatella Rettore e Francesca Fagnani
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Diversi battibecchi tra la cantante trevigiana e la conduttrice nella puntata di "Belve". Al centro dello scontro il politicamente corretto e alcune esternazioni sopra le righe della Rettore.

A "Belve" Donatella Rettore e Francesca Fagnani

Una cosa è certa: non ha avuto peli sulla lingua, del resto in linea con il suo personaggio. Un'altra garanzia assoluta, nell'era del politicamente corretto, è che l'intervista della castellana Donatella Rettore a "Belve", la trasmissione condotta da Francesca Fagnani in onda al venerdì su Rai2, farà molto discutere.

Proprio le due protagoniste della puntata "incriminata", che si potrà vedere stasera, venerdì 8 aprile 2022, alle 23.00, si sono confrontate anche in modo concitato su alcuni temi oggi particolarmente controversi. Ad aprire le danze di quello che, a tratti, si è configurato come un vero e proprio scontro, la conduttrice, che ha ricordato alla Rettore alcune passate esternazioni sull'universo gay: "Io piaccio ai gay ma alle checche, mentre Raffaella Carrà e Patty Pravo sono icone delle checche vintage", le frasi contestate da Fagnani, che ha incalzato la cantante trevigiana:

"Non la imbarazzano queste cose che ha detto?".

Ma l'icona rock anni '80, non si è certo sottratta al confronto, e per tutta risposta ha rilanciato:

"Non sono assolutamente imbarazzata, no: per me esistono i gay e le checche, esistono i gay che sanno di avere le palle, poi ci sono gli isterici che parlano e si strappano i capelli, fanno pettegolezzi e quelli non li voglio nemmeno sulla soglia di casa".

Chiaro e tondo. Ma il battibecco in trasmissione prosegue su altre frasi "rinfacciate" dalla conduttrice alla Rettore, che alla fine sbotta:

"C’è una limitazione alla libertà, si mettono filtri a cose che sono state ampiamente superate, ad esempio il fatto che non si possa più dire fr*cio e t*oia” attacca la cantante, di recente tornata protagonista anche a Sanremo.

"Libertà nel dire certe parole, macché!", replica Fagnani. Al che Rettore rincara la dose:

"Adesso Vasco Rossi non potrebbe più dire “è andata con il ne*ro la tr*ia”. Una chiara limitazione della libertà di espressione, secondo la castellana. “E infatti lui usava tr*ia come un insulto, qual è la libertà nel dare a qualcuno del fr*cio o della tr*ia?”.

Lo scambio allora si conclude con la cantante che rivendica "la possibilità di usare fr*cio e ne*ro, non mi sembrano insulti se uno è colorato…dipende dal modo in cui uno lo dice, se tu dici brutto ne*ro è una cosa, se tu dici negretto è un’altra”.

Insomma, di sicuro non ci si annoierà in questa intervista sopra le righe ma sicuramente autentica. In cui Rettore si racconta appunto senza filtri, senza tralasciare giudizi netti sui colleghi.

Giova infine ricordare, en passant, che su un tema analogo c'è stata - come si suol dire - giurisprudenza. In una recente sentenza della Corte di Cassazione, infatti, si legge che l’offesa su internet equivale alla diffamazione mezzo stampa.

In sostanza, dare ad esempio del "bimbominkia" a qualcuno online costituisce reato per cui va punito. Il termine "bimbominkia" non si può usare sui social perché definisce una persona con un quoziente intellettivo sotto la media, spiega la Suprema corte. Tanto che, se l'epiteto viene usato in un gruppo Facebook con oltre duemila iscritti, scatta addirittura il reato di diffamazione aggravata.

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